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I dettagli dell’inchiesta: i “furbetti” al bar, in pasticceria, alla festa patronale, con l’auto del Comune

guardia di finanza erchie

di Eliseo Zanzarelli

Il sostituto procuratore Valeria Farina Valaori aveva chiesto al giudice per le indagini preliminari Stefania De Angelis addirittura i domiciliari nei confronti di otto dei 20 indagati nell’ambito dell’inchiesta sui cosiddetti “furbetti del cartellino” del Comune di Erchie. Il Gip ha però ritenuto che fossero sufficienti sei sospensioni dal servizio per scongiurare la ripetizione dei reati. Sugli altri nove casi più “caldi” deciderà il da farsi dopo l’interrogatorio di garanzia, che dovrà essere celebrato entro questi dieci giorni a partire da ieri, quando cioè i militari della guardia di finanza della compagnia di Francavilla Fontana – coordinati dal capitano Marcello Putignano – hanno notificato ai diretti interessati i provvedimenti del magistrato. Le ipotesi di reato sono – a vario titolo – di abbandono del posto di lavoro, truffa, peculato, peculato d’uso e falso.

Sono stati interdetti per quattro mesi: Carmelo Ciccarese, 61 anni, responsabile del IV Settore – Ufficio tecnico/Lavori pubblici (35 episodi accertati, 34 ore, circa 5 giorni lavorativi di assenza); Lucia Fanuli, 48 anni, responsabile del II Settore – Servizi sociali, Sport, Turismo, Spettacolo (52 episodi, 61 ore, circa 10 giorni lavorativi di assenza); Antonio Gigli, 36 anni, responsabile del V Settore – Ufficio tecnico/urbanistica (20 episodi accertati, 17 ore, circa 3 giorni lavorativi di assenza); Agata Rodi, 47 anni, vice segretario generale responsabile del I Settore – Affari generali, Contenzioso, Servizi demografici (72 episodi accertati, 86 ore, circa 13 giorni lavorativi di assenza).

Interdizione di tre mesi, invece, per: Antonello Gennaro, 52 anni, applicato amministrativo impiegato all’Ufficio protocollo con funzioni di messo notificatore (30 episodi accertati, 27 ore, circa 4 giorni lavorativi di assenza); Alda Annamaria Tanzariello, 50 anni, assistente sociale impiegata presso il II Settore – Servizi sociali (19 episodi accertati, 33 ore, circa 5 giorni lavorativi di assenza).

Le indagini delle fiamme gialle partono dalla denuncia da parte di una dipendente dello stesso Comune, la quale nell’ottobre 2015 segnala – con dovizia di particolari – numerose situazioni anomale nelle quali si era imbattuta. A suo dire, soprattutto i capi settore erano soliti non rispettare neppure il minimo delle 36 ore di lavoro settimanali.

Dopo aver esaminato la documentazione fornita dalla denunciante, i finanzieri – autorizzati dal Pm – installano presso il Comune un sistema per la videoregistrazione, eseguono servizi di osservazione, controllo e pedinamento e acquisiscono i documenti dai quali risultano mansioni svolte, orari di servizio e presenze/assenze dei dipendenti comunali. Inoltre, si informano sulle due auto, una Lancia Lybra e una Dacia Lodgy, e sui buoni carburante elettronici intestati all’ente.

Il servizio di ripresa interno all’atrio del municipio comincia dopo le 8 del 10 dicembre 2015 e termina intorno all’1 di notte del 17 gennaio 2016 per poi riprendere, saltuariamente, il 25 e il 26 gennaio successivi. Seguono problemi tecnici, risolti il 7 marzo, quando l’impianto riprende a funzionare fino a dopo l’1 del 18 marzo. In seguito – dal 25 marzo al 7 aprile – le telecamere sono spostate in via Calvario, all’esterno del palazzo di città.

Sia dalle riprese video che dai servizi di osservazione, controllo e pedinamento cominciano sin da subito a emergere comportamenti sospetti: gente che entra ed esce a suo piacimento e senz’autorizzazione alcuna; usi impropri delle auto blu (una delle quali per diverso tempo risulta scoperta di assicurazione) e dei buoni carburante.

Solo alcuni esempi. 

Gli uomini della Finanza registrano e annotano tutto. Così, per esempio, mercoledì 16 dicembre 2015, uno degli indagati, timbra e poi esce dal Comune – senza timbrare l’uscita – per ben tre volte: dalle 8,31 alle 8,47; dalle 10,41 alle 11,07; dalle 11,15 alle 14,35. Gli investigatori decidono di seguirlo. Intorno alle 11 è in un bar della piazza, mentre alle 11,15 monta a bordo di un Suv e si dirige verso Manduria. Ma a suo nome non risultano autorizzazioni, permessi o missioni. Insomma, alla fine accumula 242 minuti di assenza ingiustificata. Inoltre, alle 15,49 è impiegata presso un distributore di carburanti in via Torre Santa Susanna una tessera gasolio intestata al Comune, che era stata prelevata dallo stesso indagato il 12 dicembre. L’importo del rifornimento è pari a 50 euro, ma la Lancia Lybra del Comune a quell’ora è regolarmente parcheggiata nell’atrio del municipio.

Un altro caso emblematico è quello di una degli indagati, che il 14 dicembre 2015 timbra in entrata alle 8,25 (25 minuti di ritardo sulla fascia 8-14,30), esce senza timbrare l’uscita alle 8,50 e rientra alle 9,15 (altri 25 minuti di assenza). Nessuna autorizzazione. Anche in questo caso, i finanzieri decidono di dare approfondire e la seguono. La dipendente comunale viene notata tra le bancarelle della festa patronale (Santa Lucia, protettrice di Erchie). Nella stessa giornata timbra in uscita alle 14, con 30 minuti di anticipo. Nell’intera giornata accumula 80 minuti di assenza ingiustificata.

Il 16 dicembre, poi, sempre la stessa indagata viene vista entrare in una nota pasticceria della piazza e uscirvi poco dopo con una confezione di dolci tra le mani. In quella stessa giornata, timbra alle 14,45 per eseguire uno straordinario, esce immediatamente senza timbrare e rientra alle 15,28. In totale, quel giorno accumula oltre 300 minuti di assenza abusiva.

È domenica 20 dicembre, sempre la stessa indagata timbra alle 8,26 e se ne va. Ritorna in Comune alle 13,17 per sancire la fine del suo turno, che essendo stato svolto in un giorno di riposo (domenica, appunto) le avrebbe dato il diritto di recuperare l’extra durante la settimana.

Sempre lei. Il 22 dicembre ai carabinieri giunge segnalazione di un presunto caso di assenteismo di massa presso il Comune nei giorni 22 e 23 dicembre poiché all’ufficio personale non risulta presente nessuno dei dipendenti di un determinato settore, compresa la responsabile. Un dipendente che avrebbe dovuto essere in ferie, allora, giunge sul posto di lavoro alle 11,46 e ne esce alle 15,17. Secondo i finanzieri, nel frattempo, compila e firma una richiesta di permesso in nome e per conto della sua responsabile per giustificarne l’assenza. Un’ipotesi, questa, che sarebbe confermata dalla diversità delle firme autentiche della responsabile rispetto a quella apposta su quest’ultima richiesta. Stesso caso, con protagonista un altro dipendente del medesimo settore, si verifica il 28 dicembre.

Le schede carburante. 

Il 4 dicembre 2015 uno dei buoni è preso in carico da un rappresentante istituzionale del Comune. Quella tessera è utilizzata per l’intero importo (50 euro) 12 giorni dopo – il 16 dicembre – alle 18,28 presso un distributore in via Erchie a Torre Santa Susanna. L’unica auto comunale alimentata a gasolio in quel periodo, la Lancia Lybra (la Dacia Lodgy arriverà soltanto il 21 dicembre), risulta regolarmente parcheggiata nell’atrio del municipio. Segno, secondo i militari, che quel rappresentante istituzionale aveva rifornito la propria o comunque un’altra auto e non quella del Comune. Il 15 marzo 2016, quando il medesimo amministratore prende in carico un’altra tessera e, alle 9,54, esce dal Comune alla guida della Dacia Lodgy e alle 10,04 la rifornisce di 20 euro di gasolio sempre a Torre Santa Susanna. Il restante importo di 30 euro viene da lui utilizzato alle 19,07 (uffici comunali chiusi) del 16 marzo sempre presso quell’area di servizio. Inutile dire che la Dacia Lodgy (Lybra in officina causa guasto) è regolarmente parcheggiata nell’atrio del Comune.

Peculati sulle auto di servizio. 

La Lancia Lybra è nella disponibilità del Comune dal 23 marzo 2009, mentre la Dacia Lodgy dal 21 dicembre 2015, nell’ambito dell’investimento per la realizzazione del centro diurno socio-educativo per minori “Il Cielo”.

Il 15 marzo 2013 era stato approvato dalla Giunta il Regolamento per l’utilizzo degli automezzi, che impone: l’utilizzo dei veicoli solo per ragioni di servizio e previa autorizzazione; l’istituzione, per ogni veicolo, di un registro di bordo sul quale annotare data e ora di ritiro e di riconsegna del mezzo, i chilometri all’inizio e al termine della missione; l’autorizzazione alla missione, salvo emergenze e necessità debitamente motivate e previa prenotazione indirizzata all’economo comunale; l’obbligo di compilazione del registro di bordo da parte del conducente e del rispetto del Codice della Strada.

Sempre la Giunta comunale, l’11 marzo 2016, assegna la Dacia Lodgy al settore socio-culturale, consentendone l’utilizzo temporaneo e/o occasionale anche ad altri settori e amministratori per esigenze di missioni o trasferte, previa autorizzazione e nei termini del Regolamento per l’utilizzo degli automezzi.

Stando agli accertamenti delle fiamme gialle, spesso nulla di tutto ciò sarebbe accaduto. Il quaderno di bordo sarebbe spesso rimasto immacolato e tanto i dipendenti comunali quanto gli amministratori avrebbero fatto uso e abuso di entrambi i veicoli, persino nei giorni in cui il Comune era chiuso (sabato e domenica). L’ipotesi è che siano stati impiegati non solo per fini pubblici, ma anche per il disbrigo di faccende private.

L’andazzo. 

Dalle 120 pagine dell’ordinanza firmata dal Gip, che ha fatto propria e incorporato gran parte della certosina documentazione prodotta dalla Finanza e dal Pm, emerge un quadro che – qualora dovesse essere confermato – sarebbe desolante. Già senza sei tra responsabili e dirigenti, il Comune di Erchie faticherà non poco a garantire i servizi minimi ed essenziali, ma la situazione potrebbe anche peggiorare dopo gli interrogatori di garanzia a carico degli altri nove indagati per ora lasciati in stand-by. C’è da considerare che le indagini delle fiamme gialle hanno riguardato un arco temporale piuttosto ristretto – cinque mesi, a cavallo tra fine 2015 e inizio 2016 – dal quale è comunque emerso un andazzo molto preoccupante. Chissà da quanto tempo esisteva e per quanto tempo sia andato avanti nei mesi successivi. Chissà in quanti altri enti pubblici si verificano episodi del genere e chissà che nei mesi a venire non scoppierà qualche altro scandalo. La speranza è che tutte le persone coinvolte – dai responsabili agli impiegati, ai politici – riescano in qualche modo a giustificare le loro condotte. Ciò, non tanto nel loro interesse, ma nell’interesse dell’intera collettività. Perché, di fronte a faccende simili, la figuraccia non ce la fanno solo i singoli, ma l’intero comparto pubblico – quindi anche i cittadini – che quei singoli rappresentano e dovrebbero servire al meglio. Intanto, a Erchie il clima è comprensibilmente teso. Le opposizioni sono agguerrite e invocano le dimissioni del sindaco Giuseppe Margheriti.

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