Cerca
Close this search box.

Antiracket-Antimafia: «Il bullismo è la mafia dei piccoli, fare rete per dare coraggio alle vittime»

Paride Margheriti
Paride Margheriti

Si riceve e pubblica:

L’ennesimo episodio di bullismo verificatosi ad Erchie ai danni di un tredicenne è l’ultimo di una lunga serie su scala provinciale. Solo per citarne alcuni in ordine cronologico: l’aggressione con un bastone di legno da parte di un gruppo di minorenni ai danni di un ragazzo nel Parco del Cesare Braico di Brindisi o per un posto a sedere nel pullman con studenti pendolari di San Pietro Vernotico.

Il fenomeno del bullismo che noi definiamo “la mafia dei piccoli” in considerazione degli elementi caratterizzanti (sopraffazione, utilizzo della violenza, della forza, della prepotenza, ecc.) tali e quali a quelli utilizzati dalla criminalità organizzata, specie per ciò che concerne il fenomeno del racket e dell’usura, è un problema ormai in fortissima crescita e preoccupante che spesso può essere il presupposto per altri tipi di devianze. Come ha evidenziato anche l’ultima relazione semestrale della DIA, sono in aumento i reati da parte dei minorenni e  l’impiego da parte della criminalità organizzata di nuove leve under 18.

Ci preoccupano commenti e dichiarazioni di chi sottovaluta il problema pur in alcuni casi rivestendo ruoli importanti nell’associazionismo, con dichiarazioni arcaiche, se si considera che a quanto sopra elencato si aggiunge la degenerazione nel cyber-bullismo frutto dell’epoca degli smartphone, quindi un acutizzarsi della vergogna e dell’umiliazione della vittima. Ci sono ragazzi che per queste cose si sono tolti la vita, e questo è inaccettabile.

Queste sono le motivazioni che ci portano ad impegnarci nelle scuole utilizzando metodologie coinvolgenti anche su questo tema come associazione antiracket e antimafia. L’antimafia sociale ha il dovere di adeguarsi all’evolversi dei tempi abbandonando i vecchi stereotipi, se vuole fare reale prevenzione, poiché le passerelle non servono ai ragazzi.

Riferendoci al caso di Erchie, da cui si evince la paura (normale) della vittima nel denunciare, essendo una piccola comunità quella in cui vive, l’intervento può essere più facile ed incisivo. I fatti sarà competenza delle forze dell’ordine appurarli, ma al di là delle responsabilità è deprecabile l’uso della violenza fisica e verbale, per cui invitiamo il primo cittadino di Erchie, da sempre vicino a queste tematiche, ad assumere insieme a noi una dura e forte posizione contro questi fenomeni, ma soprattutto a convocare una riunione di rete con le scuole, gli operatori sociali e le forze dell’ordine al fine di scongiurare e prevenire .

Il fine è quello di far capire che chi è vittima di qualsiasi forma di sopraffazione di violenza fisica e verbale da questo momento non si deve più sentire solo e quindi non deve avere paura a denunciare.

Coordinamento cittadino Erchie “Lea Garofalo”
Coordinatore Associazioni Antiracket Antimafia Paride Margheriti

Resta aggiornato

Iscriviti alle nostre newsletter

WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com