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Meningite a Francavilla, un caso di buona sanità: nessun rischio di contagio

118 Pronto soccorso Camberlingo

Spesso si riportano, anche su queste colonne, casi veri o presunti di malasanità. Stavolta è giusto, oltre che doveroso, dare risalto a un esempio di buona sanità. Quello offerto in primis da un medico, il dottor Fernando Fischetti, che ha ipotizzato l’esistenza di una meningite partendo da un semplice calo di pressione arteriosa per poi mettere in moto, e per tempo, un meccanismo che ha funzionato alla perfezione. Se oggi non esiste alcun rischio di contagio, buona parte del merito – fanno sapere i familiari della 58enne di Oria – è sua, del dottor Fischetti.

Ma procediamo per ordine. Nella notte di venerdì 31 marzo, la donna giunge al pronto soccorso dell’ospedale “Dario Camberlingo” di Francavilla Fontana in condizioni che preoccupano i suoi cari: cali repentini di pressione, appunto, associati a febbricola, capogiri e cefalea. Nonostante una prima terapia d’urto, la pressione non vuole proprio saperne di stabilizzarsi. Così, il dottor Fischetti – giunto nella Città degli Imperiali da poco più di una settimana – sospetta possa esserci dell’altro, dispone che la paziente sia ricoverata e sottoposta esami più approfonditi. Dalle semplici analisi del sangue, infatti, inizialmente nulla risulta fuori dalla norma e neppure le radiografie sono di conforto per diagnosticare con esattezza un qualsiasi tipo di patologia. E se fosse una forma virale che sta covando o addirittura una meningite batterica?, ipotizza il medico, che dopo ulteriori indagini più specifiche scopre di averci visto giusto. Si sarebbe trattato, infatti, di una meningite sostenuta dal batterio Neisseria Miningitidis.

Vengono quindi adottate tutte le precauzioni imposte dal protocollo, con la donna – isolata nel reparto di Medicina interna e tenuta sotto controllo dalla dottoressa Antonia Andriani – e chi era stato a diretto contatto con lei che sono sottoposti a specifica terapia antibiotica. Una terapia che produce subito i suoi effetti, tant’è vero che quando – venerdì 7 aprile – la trasferiscono per una visita nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale “Antonio Perrino”, la dottoressa Anna Maria Longo sentenzia che l’infezione è stata presa in tempo, è già regredita all’80 per cento e che non si rende necessario un ricovero a Brindisi.

La donna ritorna quindi al “Camberlingo” dove dovrà rimanere per ancora qualche altro giorno prima di ritornare alla normalità. Non esistono pericoli di contagio, come assicurato ai familiari – tutti già sottoposti a profilassi – tanto dai medici dell’ospedale di Francavilla Fontana quanto da quelli di Brindisi.

«Mia sorella è già decisamente in forma – riferisce il fratello della paziente dopo essere andato a trovarla – e questo lo si deve alla bravura del dottor Fischetti, dei suoi colleghi e dell’intero personale ospedaliero di Francavilla e Brindisi che non finiremo mai di ringraziare: ci hanno garantito che non esiste alcun pericolo per chi non sia entrato a stretto contatto con lei, quindi soltanto noi familiari siamo stati obbligati ad assumere una compressa di Ciproxin 500».

«Crediamo di poter dire che il nostro sia stato – conclude – un caso di buonissima sanità grazie alla preparazione, alla professionalità e alla scrupolosità di questi medici di cui c’è da essere orgogliosi».

Eliseo Zanzarelli

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