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Suggestioni e fede nella Settimana Santa di Francavilla: oggi i pappamusci, domani i Misteri

Settimana Santa Francavilla foto La Sorsa
Foto: Enrico La Sorsa

Crociferi
Crociferi

Ci sono dei posti in cui l’avvicinarsi del periodo pasquale porta con sé un’atmosfera tanto diversa dalla quotidianità da dare l’impressione di trovarsi altrove, quasi in un’altra epoca. Uno di questi posti è Francavilla Fontana, dove i Riti della Settimana Santa conciliano fede, tradizione e folklore, attirando centinaia e centinaia di turisti e riportando a casa tutti i francavillesi residenti fuori. È troppo forte il richiamo di Misteri, “pappamusci” e “crociferi” – i celebri penitenti incappucciati – per mancare l’appuntamento con la fede. La città punta forte e decisa su manifestazioni con pochi eguali, che affondano le radici nella storia. L’attuale amministrazione, così come le precedenti, ci crede molto, anche in termini d’immagine e identità.
Con la processione dell’Addolorata, il venerdì che precede la domenica delle Palme, la città inaugura dieci giorni di devozione e tradizioni che affondano le radici nella storia. Un tempo, il tragitto della processione era ritardato dai fedeli, che offrivano alla Vergine denaro e monili. Luogo di culto per antonomasia della Settimana Santa francavillese è la chiesa di santa Chiara o della Morte, che ospita la Reale arciconfraternita della Morte e quella dell’Addolorata. La confraternita del Carmine, invece, è nota soprattutto per il fatto di “presiedere” al pellegrinaggio dei “pappamusci” da un sepolcro all’altro nella notte del Giovedì fino alle prime ore del Venerdì Santo, connotato da un’aria intimamente religiosa: al mattino la processione delle tre Desolate, a sera i Misteri. Al centro della scena, le suggestive statue in cartapesta, con al seguito il corteo de “li pappamusci cu li trai” (i crociferi): penitenti scalzi, incappucciati, camice nero, rosso o bianco, coronati di spine, che trascinano pesantissime croci. A creare quelle sensazioni di sospensione, silenzio e patimento che caratterizzano il periodo che va dalla Quaresima alla Pasqua contribuiscono tutte e sette le confraternite cittadine, ciascuna con le proprie peculiarità, e le comunità parrocchiali. Il trasporto che i riti pre-pasquali infondono è opera anche dalle bande musicali. Il ritmo mesto e solenne di marce come “Mamma”, “A Gravame”, “Tristezze” fa da colonna sonora alla Passione di Cristo o, piuttosto, è la Passione fatta suono. La nenia del “perè”, eseguita da un flicorno baritono e un trombone all’angolo tra via Roma e piazza Umberto I, s’inserisce in questo repertorio. Un repertorio antico, arricchito da composizioni più recenti come “Virgo Dolorosa” del giovane direttore della banda “Giuseppe Verdi” Dario Di Coste. Il “collante” tra confratelli, bandisti e fedeli è però l’incessante gracchiare delle trénule, il cui suono sostituisce quello delle campane, ferme fino alla Resurrezione. La trénula detta i tempi delle processioni, accompagnandone soste e ripartenze. Ecco, quando la banda non suona e la trènula tace, la sera del Venerdì Santo a Francavilla è struggente, e irripetibile lo stridore di quelle croci sull’asfalto e sulle chianche del centro.

Eliseo Zanzarelli

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