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Agguato in via Cotogno, Canovari se la caverà in 25 giorni: s’indaga per risalire ad autori e movente

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Se la caverà in 25 giorni il 47enne Cosimo Canovari, che ieri (24 aprile) è stato sottoposto a un intervento chirurgico per l’estrazione dai tessuti molli dell’avambraccio sinistro di un proiettile calibro 9 da cui era stato ferito nel corso dell’agguato a colpi di pistola tesogli ieri pomeriggio, intorno alle 16, proprio sotto casa sua al primo piano del civico 3 di via Cotogno a Francavilla Fontana. L’uomo, già sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, è fuori pericolo di vita, ma resta sotto osservazione nel reparto di Ortopedia dell’ospedale “Dario Camberlingo”.

Sul caso indagano i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Città degli Imperiali, coordinati dal tenente Roberto Rampino. Agli investigatori, Canovari – già noto alle forze dell’ordine – ha raccontato che ieri qualcuno ha citofonato senza però dire chi fosse, così Canovari si è affacciato dal balcone e sono immediatamente partiti tre o quatto colpi d’arma da fuoco al suo indirizzo. Nessun altro dettaglio, da parte sua, circa l’identità di chi ha sparato e men che meno riguardo gli ipotetici motivi all’origine di quello che è stato a tutti gli effetti un tentato omicidio, giacché se uno dei proiettili avesse centrato il petto e non il braccio di Canovari avrebbe potuto tranquillamente ucciderlo. Nonostante fosse primo pomeriggio, nessuno nella zona ha visto qualcuno o sentito qualcosa.

Così, gli investigatori dell’Arma sono costretti a districarsi tra i “non vedo, non sento, non parlo” e a scavare nel passato recente della vittima e nei sui ultimi rapporti sociali. Sempre in via Cotogno, nella notte tra il 7 e l’8 ottobre 2012, proprio sul marciapiedi davanti al portoncino della palazzina Iacp in cui risiede Canovari, qualcuno piazzò una bomba la cui deflagrazione squassò l’entrata, danneggiò quattro auto in sosta e mandò in frantumi gli infissi delle abitazioni circostanti. Il padrone di casa era all’epoca sottoposto agli arresti domiciliari, ma qualcuno non mancò di recapitargli ugualmente un avvertimento. Una settimana dopo, il 47enne fu arrestato dai carabinieri del Ros in quanto destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Procura di Milano nell’ambito di un’inchiesta su di un traffico di droga con anche l’ombra della ‘ndrangheta calabrese. Canovari, però, a distanza di qualche settimana, riuscì a dimostrare la prorpia estraneità ai fatti e ritrovò la libertà.

Nel 2010, il 47enne era stato invece arrestato dai poliziotti del commissariato di Ostuni per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e porto abusivo di arma. Cosimo è fratello di Nicola Canovari, che al mattino dell’11 novembre 2010 era alla guida del furgone assaltato, lungo la statale 7, da un commando armato di kalashnikov. Nel corso di quell’agguato, si ricorderà, perse la vita il 18enne Francesco Ligorio noto come “Cioppino”, che non sarebbe stato – secondo gli investigatori – il vero bersaglio dei killer. Questi ultimi – stando a quanto emerse – avrebbero voluto sbarazzarsi proprio di Nicola Canovari, fratello di Cosimo.

 

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