Nuovo colpo di scena: il Consiglio di Stato ha sospeso temporaneamente l’ordinanza con cui, l’11 maggio scorso, il Tar di Lecce aveva accordato una sospensiva e di fatto disposto che fino all’udienza di merito, fissata per il 5 luglio prossimo, Michele Saccomanno tornasse sindaco di Torre Santa Susanna. Il decreto del presidente della terza sezione, Franco Frattini, è giunto proprio stamattina e sospende l’efficacia della sospensiva del Tar perlomeno fino a quando, il prossimo 8 giugno, non se ne discuterà più approfonditamente nella Camera di Consiglio collegiale.
In quell’occasione, insomma, sarà stabilito definitivamente se Saccomanno e i suoi consiglieri comunali potranno tornare a occupare il loro posto (sempre in attesa dell’udienza di merito del Tar). Sino ad allora, sarà ancora il commissario prefettizio Pietro Massone – nominato dopo lo scioglimento del Consiglio comunale a seguito delle dimissioni di più della metà dei consiglieri – a disbrigare l’ordinaria amministrazione del Comune.
La contesa circa la legittimità delle dimissioni in blocco e dunque della stessa decadenza anticipata del sindaco (eletto il 31 maggio 2015) e degli altri organi amministrativi comunali era sorta poiché uno dei consiglieri dissidenti (Pompeo Petarra) aveva anticipato le dimissioni via PEC anche a nome degli altri sette suoi colleghi per poi protocollarle ufficialmente in Comune all’indomani. Una pratica inusuale che, secondo le tesi di Saccomanno e dei suoi, avrebbe comportato sì l’immediata validità delle dimissioni del consigliere Petarra – ex di maggioranza e destinato a essere quindi surrogato dal primo dei non eletti nella sua stessa lista – ma non contestualmente di quelle degli altri. Cosicché, nel momento in cui questi ultimi hanno poi messo nero su bianco le loro dimissioni, Saccomanno avrebbe potuto ancora disporre dei numeri per amministrare grazie proprio alla surroga di Petarra.
Insomma, un’intricata telenovela lungi ancora dal potersi considerare conclusa.