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Interrogati sindaco e suo ex vice: il primo tace, il secondo ribatte. E si dimette da consigliere

A sinistra Domenico, a destra Giuseppe Margheriti
A sinistra Domenico, a destra Giuseppe Margheriti

Il sindaco Giuseppe Margheriti e il suo ex vice Domenico Margheriti “Domenghini” sono stati interrogati stamattina dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi Stefania De Angelis. Il sindaco, difeso dall’avvocato Raffaele Missere, si è professato innocente e si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo ex vice, difeso dall’avvocato Michele Iaia, si è a sua volta professato innocente, ma ha risposto alle domande del Gip e ribattuto punto su punto le contestazioni che gli sono state mosse. Inoltre, Domenico Margheriti ha rassegnato le dimissioni da consigliere comunale, carica da lui ricoperta dopo le elezioni amministrative del 2105 quando sfidò proprio Giuseppe Margheriti (poi rieletto) nella corsa a sindaco del paese. L’ipotesi di reato a carico di entrambi – raggiunti ieri da un’ordinanza di custodia cautelare (ai domiciliari) emessa dal Gip di Lecce su richiesta della Direzione distrettuale antimafia – è di corruzione aggravata. Sia a G. Margheriti che a D. Margheriti è contestata una presunta tangente da 80mila euro (dopo averne pattuito 110mila) che avrebbero pattuito e, almeno in parte, intascato tra il 2012 e il 2014, nell’ambito dei lavori d’infrastrutturazione della Zona Pip (stanziamento di oltre un milione di euro), da una Srl che si era aggiudicata l’appalto (sono indagati anche padre e figlio legali rappresentanti della stessa). A G. Margheriti è contestata anche una richiesta del 10-12 per cento sull’importo del subappalto (alla stessa Srl di cui sopra), per fatti risalenti al periodo luglio-ottobre 2012, nell’ambito dei lavori per la realizzazione di un parco eolico tra le contrade “Tre Torri” e “Mantugne”. In quell’occasione, stando al teorema accusatorio, il sindaco avrebbe indebitamente ostacolato l’impresa realizzatrice del parco, anche attraverso “atti contrari ai doveri di ufficio”, al fine di raggiungere il suo scopo. Giuseppe e Domenico Margheriti restano tuttora ai domiciliari.

 

 

 

 

 

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