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Quella droga era per uso personale, assoluzione piena per un 32enne

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Quella droga era per uso personale e non destinata al mercato nero. Il 31 ottobre del 2015 fu sorpreso dai carabinieri, nel corso di un controllo della circolazione, con indosso 15 grammi di marijuana. Il 32enne Valentino Andriani, di Oria, era in giro nei pressi col suo ciclomotore nei pressi del Santuario di San Cosimo alla Macchia, quando s’imbatté nei militari dell’Arma e a loro disse subito che quella sostanza avrebbe dovuto consumarla in prima persona, poi aggiunse di averla trovata e raccolta in un terreno agricolo non distante dal luogo del controllo. Un terreno agricolo che indicò tranquillamente agli investigatori, i quali in quel posto trovarono quattro piante di “cannabis indica” all’interno di un uliveto e altri 385 grammi di marijuana.
L'avvocato Raffaele Pesce
L’avvocato Raffaele Pesce

Nei confronti di Andriani furono allora contestati i reati di detenzione ai fini di spaccio e coltivazione di sostanze stupefacenti. Dopo aver riportato in primo grado (rito abbreviato) una condanna a un anno e quattro mesi di reclusione (e 4mila euro di multa) emessa dal Gup del Tribunale di Brindisi in data 3 maggio 2016, il 32enne – difeso dall’avvocato Raffaele Pesce – lo scorso 12 maggio 2017 è stato assolto con formula piena dalla Corte d’appello di Lecce, che ha concordato con la linea difensiva.

In particolare, l’avvocato Pesce ha sostenuto a processo la tesi secondo cui al suo assistito, noto quale assuntore, non si potesse contestare la finalità di spaccio in quanto la modica quantità di 15 grammi trovata nella sua disponibilità, e sottoposta a sequestro, non era frazionata in dosi.
Inoltre, Andriani non era mai stato notato prima di allora in quel terreno agricolo, non aveva – pur avendo potuto farlo – raccolto un quantitativo superiore alle sue necessità, e dalle intercettazioni ambientali a suo carico non era emerso alcun elemento che potesse ricondurre in qualche modo all’attività illecita contestatagli.
Nel frattempo, però, prima di quest’ultima sentenza ha trascorso più di un anno e mezzo in regime di custodia cautelare – tra carcere, domiciliari e obbligo di dimora. I giudici di secondo grado hanno quindi dato ragione al legale e disposto il ritorno in libertà, sciolto da ogni accusa, del 32enne oritano. La motivazione della sentenza sarà depositata nel termine di 90 giorni dalla pronuncia del dispositivo.

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