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Sequestri a carico dei Riina anche a San Pancrazio Salentino: oltre un milione e mezzo di euro

riina

I carabinieri del Ros, in collaborazione coi colleghi dei comandi provinciali di Palermo e Trapani, hanno eseguito stamattina anche a San Pancrazio  Salentino un sequestro di beni, per oltre un milione e mezzo di euro, riconducibili alla famiglia di Totò Riina. Sua figlia Maria Concetta e suo genero, Antonino Tony Ciavarello, vivono da tempo nel comune del Brindisino. Del patrimonio “sigillato” – come disposto dal Tribunale di Palermo (Ufficio misure di prevenzione) su richiesta del procuratore Francesco Lo Voi e dell’aggiunto Dino Petrali – fanno parte anche tre società, una villa a Mazara del Vallo, terreni agricoli e 38 rapporti bancari e postali. I magistrati siciliani hanno scoperto nella disponibilità dei congiunti del capo di Cosa Nostra “una significativa e continuativa disponibilità di denaro contante, ed in particolar modo della moglie la quale, malgrado i molteplici sequestri di beni mobili subiti nel tempo ed a fronte dell’assenza di redditi ufficiali, è riuscita a emettere nel periodo 2007-2013 assegni per un valore di oltre 42.000 mila euro a favore dei congiunti detenuti”. Le tre aziende sequestrate a Ciavarello (due con sede a San Pancrazio, un’altra a Lecce) sono operative nel settore del commercio di automobili. A Ciavarello i militari hanno anche sequestrato 16 conti correnti, un conto postale, due depositi titoli e due depositi bancari. A Maria Concetta Riina, invece, sono stati congelati tre conti alle Poste e uno bancario. Stessa cosa per il figlio del capo dei capi, Salvo Riina (un conto in banca e uno postale), e per l’altra figlia, Lucia (un conto e un libretto di risparmio postali e un conto in banca). Una parte del patrimonio è risultata essere intestata alla moglie di Totò Riina, Ninetta Bagarella, che tra il 2007 e il 2013 avrebbe emesso assegni circolari e vaglia in favore del marito e del figlio, entrambi reclusi, per un ammontare complessivo di 42mila euro. Come si ricorderà, qualche mese fa, il padrino fu intercettato in carcere e, mentre parlava con un altro detenuto, si lasciò sfuggire una frase che interessò molto gli investigatori in ascolto: «Io, se recupero pure un terzo di quello che ho sempre ricco sono”.

 

 

 

 

 

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