«Quel tifoso ha raccontato delle frottole, il sistema di sicurezza dell’Internazionale FC Milano non è stato “bucato”». Quel tifoso è Mattia Verde, la cui storia – partita dallo Strillone – ha nei giorni scorsi fatto il giro d’Italia ed è stata ripresa da numerose testate sia locali che nazionali. M.A., da un paio d’anni responsabile del servizio d’ordine della società meneghina per conto di un’agenzia internazionale, nega con decisione che Verde sia riuscito a eludere i controlli e a intrufolarsi nell’Hilton Garden Hotel di Lecce, dove i nerazzurri hanno alloggiato lo scorso weekend prima di disputare il match amichevole di precampionato contro il Betis Siviglia allo stadio “Via del Mare”. Nessunissima falla, dunque. La versione della security è semplice: Verde, come altri supporter, era stato autorizzato a entrare nella hall dell’albergo per scattare qualche selfie e chiedere qualche autografo a mister Spalletti e ai giocatori, tra i quali Icardi, Eder, Skriniar, D’Ambrosio, ecc. «L’area blindata non era quella del pianoterra – spiega – ma il terzo e il quarto piano, da noi chiusi, sorvegliati a vista e interdetti persino agli ospiti della struttura».
«Nella hall – prosegue il coordinatore delle guardie del corpo – non era impedito l’accesso a tifosi espressamente da noi autorizzati, d’altra parte è la stessa società a chiederci di non comprimere eccessivamente il contatto con la tifoseria e a concedere momenti di condivisione tra il mister e i calciatori. Questo – conclude – è successo anche venerdì e sabato all’Hilton Garden, d’altra parte noi svolgiamo egregiamente questo lavoro da circa 30 anni e mai, sottolineo mai, qualcuno è riuscito a coglierci di sorpresa, di sicuro non avrebbe potuto farlo un semplice fan, probabilmente un po’ millantatore, come quello».