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Diffamò Giacomo Leone, ecco perché l’ex grillino è stato condannato

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I contenuti di quei commenti su facebook furono senza dubbio diffamatori. Lo sostiene il giudice del tribunale di Brindisi Vittorio Testi nelle motivazioni della sentenza di condanna – 200 euro di multa, risarcimento del danno e pagamento delle spese – a carico dell’ex grillino Fabio Cristofaro, che il 24 agosto 2013 puntò il dito contro l’allora aspirante candidato sindaco dell’allora Popolo della Libertà Giacomo Leone. Cristofaro gli diede della “marionetta senza carattere, uno stronzo, un patetico che sta reggendo il testimone del Pdl, il partito dei ladri”. Considerazioni che, per quanto contestualizzate in un clima e in un periodo politicamente molto tesi, proprio non andarono giù al poliziotto ed ex maratoneta. Consigliato e assistito dall’avvocato Domenico Attanasi, Leone, infatti, prima annunciò, poi presentò querela nei confronti di Cristofaro. Il pm Valeria Farina Valaori, al termine delle indagini, optò per la citazione diretta a giudizio di quest’ultimo. Il processo per diffamazione aggravata cominciò nel maggio 2015 e si è concluso quasi esattamente due anni dopo. Nonostante i tentativi di difesa da parte dell’imputato, il giudice ha finito per accogliere le tesi della Procura e della parte civile (rappresentata dal legale Attanasi): Cristofaro offese la reputazione di Leone, avendo travalicato i confini del diritto di legittima critica politica, e potrebbe doversi faree carico oltre che della multa e delle spese, anche del risarcimento danni da quantificare un separata sede (civile). Chiaro che, trattandosi di un primo pronunciamento e apprese le motivazioni che hanno condotto al convicimento del giudice, ora Cristofaro potrà decidere d’impugnarlo dinanzi alla Corte d’appello.

L'avvocato Domenico Attanasi
L’avvocato Domenico Attanasi

Intanto, però, Attanasi e Leonesi godono questo successo: “La difesa di parte civile esprime la propria soddisfazione per una sentenza che riafferma – ove ce ne fosse stato bisogno – l’onorabilità e l’integrità di un cittadino esemplare e di uno sportivo apprezzato in tutto il mondo”.
Per la cronaca, quella polemica sui social si rivelò – danno e beffa insieme – del tutto inutile, fine a se stessa. Nel 2014, Leone, dopo le primarie (vinte da Antonio Sgura), non fu più il candidato sindaco e si allontanò dal Pdl; Cristofaro non fu più candidato consigliere nei 5 Stelle, ma nel movimento “Noi ci siamo” (a sostegno di Maurizio Bruno).

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