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Reddito di dignità, uno dei beneficiari replica: «Strutturato male, forse la lotta alla povertà ha ceduto il passo alla burocrazia?»

ReDpuglia

L’autore della prima lettera aperta sul Reddito di dignità, cosiddetto Red, indirizzata al governatore pugliese Michele Emiliano, ha ritenuto di controreplicare alla replica del dottor Gianluca Budano, direttore generale dell’Ambito sociale Brindisi 3:

Gentile Dott. Budano,

ho letto con attenzione la sua nota di stampa in risposta alla mia lettera indirizzata al Governatore della regione Puglia comparsa su “Lo Strillone News” lo scorso 20 Febbraio, in cui avevo segnalato delle criticità nella gestione del RED (Reddito di Dignità).

Mi trovo quindi costretto a segnalare delle ulteriori inesattezze. Partiamo dall’ultimo paragrafo della nota, che riporto di seguito:

Si precisa, altresì, che la scelta dell’abbinamento di un beneficiario ad un progetto è determinata da una valutazione delle competenze che si scontra, il più delle volte, con la mancanza di progetti, presenti a catalogo, affini al titolo di studio e/o alle esperienze professionali acquisite, altre volte, con la mancanza di posti disponibili in progetti affini, con conseguente assegnazione ad un progetto perlomeno condiviso col beneficiario stesso e che risponda alle proprie esigenze personali” .

Volendo prendere per buona la seconda giustificazione, non posso fare a meno di risponderle che invece, nella prima delle possibilità da lei configurata, e cioè che l’incapacità di valorizzare le competenze professionali e i titoli di studio dei candidati sia dipesa dalla “mancanza di progetti affini presenti a catalogo” , lei ha commesso un’omissione non del tutto irrilevante, dato che, come si evince da una nota pubblicata sul sito ufficiale dell’Assessorato al Welfare, Puglia Sociale, può, anzi deve, concorrere alla creazione del catalogo dei progetti, “l’intera filiera istituzionale tra Enti locali e pubblici, comprese ASL, istituti scolastici, istituzioni culturali, ASP, società partecipate, ecc. […] Molte sono (insomma) le possibilità da cogliere seguendo l’esempio dei diversi Ambiti territoriali o dei singoli Comuni che hanno già inserito su piattaforma telematica le proprie manifestazioni di interesse illustrando i rispettivi progetti di tirocinio e di sussidiarietà”. (allego in fondo all’articolo il link con la nota integrale).

In altre parole, ciò che si ricava da queste parole, è che il ruolo dell’Ambito territoriale nella gestione del RED non era di mero ordine compilativo, come invece esclusivamente si deduce dalla sue parole, ma al contrario, al pari delle altre realtà, anche l’Ambito avrebbe potuto creare progetti e proporre il loro inserimento nel catalogo. Tutto questo risulta ancora più evidente se si tiene conto anche del fatto che la Regione Puglia ha provveduto (come si ricava dalla nota pubblicata dall’Assessorato al Welfare in data 1 settembre 2017 sul sito della Regione Puglia il cui link allego in fondo all’articolo, e dal conseguente avviso su Sistema Puglia) a reclutare un significativo numero di “risorse umane” al fine di potenziare gli uffici degli Ambiti per una gestione più efficiente delle pratiche RED.

Insomma, non basta dire che l’Ambito territoriale di Francavilla Fontana ha assolto a tutte le incombenze di sua competenza, scaricando così la patata bollente alla sola Regione, bisogna anche provarlo. Se poi, a quanto detto fin qui, aggiungessimo anche il fatto che l’ambito di Francavilla ha aspettato l’ultima data utile, e cioè il 31 Ottobre, per far firmare i patti alla maggior parte dei beneficiari, facendo così perdere a questi ultimi ben 6 mesi di contribuzione altrimenti dovuta, dato che io come altri miei colleghi siamo stati riconosciuti idonei al RED già dal 30 aprile 2017, allora le vostre mancanze risulteranno ancora più evidenti.

Mi scusi se fin qui sono risultato pedante, in fondo non era questo lo spirito della mia prima lettera, che lei dimostra di non aver compreso affatto. Nella mia lettera al Governatore della Regione Puglia ho cercato soprattutto di evidenziare il pervertimento di una misura politica che avrebbe dovuto combattere la povertà in Puglia, nel suo esatto opposto. Ho parlato di dignità, di differenza tra autonomia e assistenzialismo, tutte parole che chi come lei lavora quotidianamente a contatto con le problematiche sociali dovrebbe conoscere profondamente. Mi perdoni quindi se le dico che la nota stampa diffusa dal suo ufficio, della sensibilità verso queste problematiche risulta essere del tutto sprovvista. Perché se lei dice che è del tutto normale, perché lo prevede la legge regionale di riferimento, che una prestazione lavorativa sia ricompensata a distanza di quattro mesi dall’inizio effettivo del lavoro, tra l’altro senza che gli uffici dell’Ambito si siano mai preoccupati di comunicarlo prima ai diretti interessati, allora significa che ha fallito totalmente il nocciolo della questione.

Se lei omette di dire che gli uffici dell’ambito hanno provveduto a consegnarci le divise da lavoro solo qualche giorno fa, anche qui a distanza di 4 mesi dall’avvio del progetto, allora significa che prima di scrivere non ha provato a immedesimarsi nella condizione psicologica di un padre di famiglia che ogni mattina si sveglia per andare a compiere il suo dovere, e ogni volta ha in testa i medesimi dubbi: servirà poi a qualcosa quello che sto facendo?

Possibile che si siano dimenticati di me? Ho per forza bisogno del loro aiuto? Ne vale la pena visto che loro sono i primi a non crederci in questo lavoro? Magari è meglio se rinuncio? Ma non posso. Quei soldi mi servono. Tanto alla fine di sei mesi si tratta! Stringo i denti e vado avanti. Sperando che prima o poi mi paghino. 

Crede forse che tutte queste domande non mettano in discussione la dignità di una persona? Se lo crede, o se ritiene che anche questo non sia di sua competenza, allora mi scuso per averle sottratto del tempo. Altrimenti, si ritagli del tempo e ci pensi. In fondo era principalmente questo l’obiettivo della mia lettera.

Cordialmente

Un pugliese

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