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Curto e Lopalco (Ppi): «Ortopedia del “Camberlingo” dall’eccellenza all’emergenza, potenziare e non sopprimere»

Si riceve e pubblica:

Euprepio Curto
Il reparto di ortopedia di Francavilla Fontana costituisce uno dei fiori all’occhiello del sistema sanitario brindisino, tant’è che da un’analisi effettuata su 441 reparti in tutta Italia, quello dell’Ospedale Camberlingo si attesta all’ottavo posto per il trattamento di fratture di femore.
Pur tuttavia, ove la situazione attuale dovesse perdurare in tutte le sue criticità non è da escludere che anche il reparto di ortopedia possa fare la stessa fine di quello di nefrologia sacrificato sull’altare di scellerate scelte di politica sanitaria.
Appare quindi doveroso ed urgente avviare una sensibilizzazione generale sul tema affinché la Direzione Generale della Asl brindisina possa dare in tempi rapidi risposte concrete e inequivoche sul futuro di un reparto che oggi può contare effettivamente su un primario e tre medici, di cui uno, essendo prossimo al pensionamento, sostanzialmente può fornire un contributo limitato a causa della necessità di smaltire entro in tempi regolamentari le ferie non monetizzabili.

Carmela Lopalco

Tanto, a fronte di una pianta organica che prevede un numero ben superiore di unità mediche e paramediche, situazione ancor più intollerabile se si considera che presso l’ospedale di Ostuni opera una equipe ben più consistente di quella operante presso il Camberlingo, nonostante l’abissale differenza di mole di lavoro e di interventi effettuati presso il nosocomio francavillese.
Più precisamente, dai dati disponibili Francavilla dovrebbe contare su un primario oltre a ben otto medici, mentre in effetti conta su un numero di personale pari ad un terzo di quanto previsto, a differenza di Ostuni che, probabilmente più rispettata politicamente e sindacalmente, conta su ben sei medici.
Una situazione di assoluta gravità ed emergenza – che negli ultimi due anni ha visto completamente silente l’Amministrazione Bruno – da cui possono derivare gravissimi rischi sia per gli utenti sia per gli stessi operatori del settore sottoposti a turni massacranti che potrebbero influire sulla qualità delle prestazioni rese.
Ne consegue che un intervento drastico si rende ormai inevitabile, se si vuole evitare che il tema da dibattito politico diventi giudiziario.

Progetto per l’Italia

D.ssa Carmela Lopalco

Avv. Euprepio Curto

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