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Furti d’auto e in abitazione, cavalli di ritorno e ricettazioni: i dettagli dell’operazione

Da sinistra: il capitano Nicola Maggio, il colonnello Giuseppe De Magistris e il luogotenente Roberto Borrello

L’indagine che stamattina ha condotto all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico di dieci persone nacque poco meno di un anno e mezzo fa (marzo 2017) e si è conclusa tre mesi addietro. Sette degli indagati sono finiti in carcere, tre ai domiciliari e una è stata sottoposta all’obbligo di dimora. Il pubblico ministero ha concordato con le risultanze investigative raccolte dai carabinieri della Stazione di Oria – al comando del luogotenente Roberto Borrello – e ha richiesto al Gip del Tribunale di Brindisi i provvedimenti restrittivi. Le accuse sono, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti, estorsioni, ricettazioni. L’area di riferimento è compresa tra le province di Brindisi, Lecce e Taranto.

Le investigazioni trassero origine dalla denuncia di un automobilista che aveva trovato forzato il nottolino lato guida della sua Alfa Romeo Giulietta e s’intrecciarono con quelle relative a un altro procedimento penale che, dopo l’esecuzione, il 27 giugno 2017, di un’ordinanza cautelare a carico di 13 persone (tra le quali nove degli indagati odierni) sfociò nella condanna in primo grado con rito abbreviato di quattro di loro, le quali – nonostante la pena subita, in totale più di 25 anni di reclusione – hanno continuato a delinquere fino al mese di marzo 2018.

Dopo i furti, giungeva l’estorsione. I militari dell’Arma hanno disarticolato una presunta associazione per delinquere finalizzata, appunto, al compimento di furti d’auto e moto, in abitazione, nonché di estorsioni e ricettazioni.

Sono 25 i soggetti sottoposti a indagini, tra i quali gli 11 destinatari dell’odierno provvedimento cautelare, identificati grazie ad attività tecniche e all’analisi delle immagini estrapolate da sistemi di videosorveglianza cittadini, sia pubblici, sia privati.

Sono stati riscontrati 22 episodi di furti di mezzi, con conseguente restituzione degli stessi a seguito di richiesta estorsiva mediante il sistema del cosiddetto “cavallo di ritorno”, nonché svariati episodi di ricettazione dei pezzi di ricambio di auto rubate, due di favoreggiamento e un’evasione (in particolare, un indagato, per la commissione dei reati, si è sottratto al regime degli arresti domiciliari). Inoltre, nel corso delle indagini, sono stati recuperati 29 veicoli rubati, già riconsegnati ai legittimi proprietari.

La presunta associazione per delinquere è risultata caratterizzata da:

– un gruppo di “vertice”, composto da due individui con compiti decisionali, di pianificazione, di individuazione delle azioni delittuose e delle strategie di furto, estorsione e riciclaggio;

– una parte operativa composta da sei persone, cui competeva l’individuazione materiale del bene da asportare, l’occultamento e anche la trattativa con la vittima per la richiesta “estorsiva” (si è accertato che per le autovetture e per i motoveicoli gli indagati hanno richiesto cifre variabili dai 500 ai 2000 euro),

– due uomini ritenuti mandanti dei furti e preposti anche alle operazioni di smontaggio, rivendita e riutilizzo delle vetture rubate.

Nell’operazione è anche coinvolta un’ulteriore persona, nei cui confronti si è proceduto con la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza, in quanto ritenuta responsabile di ricettazione, per aver acquistato un tagliaerba provento di furto.

Infine, anche una coppia di coniugi è indagata per favoreggiamento reale, avendo aiutato gli indagati a nascondere alcuni beni di provenienza illecita all’interno dell’area circostante la villetta recintata in cui i due risiedono, subito dopo la commissione del furto.

Gli indagati – fanno sapere gli investigatori – sono apparsi spavaldi (uno di loro si è pure esibito in un balletto rap prima di scassinare un’auto per poi portarla via) e professionali e tali elementi sono evidenziati dal fatto che il gruppo:

– non ha desistito dal portare a compimento ulteriori delitti, nonostante il recupero da parte dei Carabinieri di 29 autovetture, che erano state nascoste in varie località impervie del territorio oritano, indicate come “gubbie”, “bosco” e “foresta”;

– spesso ha agito non lontano vittima che, impegnata in lavori o comunque presente all’interno della propria abitazione, era controllata a vista da alcuni degli indagati per permettere ai complici di operare indisturbati;

– ha spesso tentato di rubare più autovetture nel corso del medesimo giorno.

Nella misura cautelare, il Gip Stefania De Angelis, sulla base della richiesta formulata dal sostituto procuratore  Luca Miceli, ha evidenziato “il pericolo concreto di reiterazione dei reati e la molteplicità degli episodi delittuosi, la reiterazione e sistematicità delle condotte perpetrate, il valore della merce trafugata, la sussistenza di elementi di collegamento certi fra gli attuali indagati e la professionalità dimostrata dagli stessi (nella predisposizione dei mezzi, nel reperimento dei beni da depredare e dei soggetti a cui consegnare la merce rubata), la disponibilità dei luoghi nei quali occultare le autovetture di illecita provenienza e anche la gravità del danno procurato alle numerosissime persone offese”. 

 

 

 

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