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Carabinieri in campo contro il caporalato: controlli, denunce e sanzioni

Dopo i tragici fatti dei giorni scorsi in provincia di Foggia, i carabinieri del Comando provinciale di Brindisi hanno intensificato i controlli sui fenomeni del caporalato e dello sfruttamento del lavoro: 642 braccianti sono risultati in regola; due furgoni (su 267) sono stati sequestrati perché scoperti di assicurazione; 97 verbali di contravvenzione per irregolarità nei sistemi di sicurezza dei veicoli (pneumatici usurati, luci non funzionanti, impianto frenante inadeguato); sanzioni amministrative a carico degli imprenditori agricoli per un totale di 50mila euro (violazioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro).

L’operazione si è dispiegata nell’ambito delle Compagnie di Brindisi, San Vito dei Normanni, Francavilla Fontana e Fasano, nelle primissime ore del mattino dei giorni 9 e 10 agosto. Un servizio ad alto impatto nelle strade principali e secondarie battute quotidianamente dai conducenti che accompagnano i lavoranti nei campi.

Uno degli obiettivi perseguiti è stato quello della sicurezza stradale e dei mezzi impiegati negli spostamenti. I controlli hanno riguardato il numero delle persone trasportate su ciascun mezzo, l’efficienza e la manutenzione dei veicoli, compresa la verifica della loro periodica revisione e, ancora nello specifico, l’usura dei pneumatici, il funzionamento delle luci e del sistema frenante, e la copertura assicurativa.

A seguito degli accertamenti, sono state inflitte 97 sanzioni per contravvenzioni al codice della strada per un totale di 15.160 euro, e sequestrati un Ford Transit “Connect 200 S” e una Fiat “Multipla” sprovvisti della necessaria copertura assicurativa da oltre un anno; tre cittadini extracomunitari, originari rispettivamente dell’Afghanistan, del Burkina Faso e del Mali, sono stati denunciati per violazione degli obblighi inerenti il soggiorno. Nel corso del controllo non hanno esibito i documenti circa la regolare presenza nel territorio dello Stato, documenti di cui erano momentaneamente sprovvisti: le successive verifiche hanno comunque comprovato il possesso del permesso di soggiorno in corso di validità.
Lo sfruttamento del lavoro in genere e nelle aree rurali pugliesi in particolare è un fenomeno che si caratterizza per le patologiche manifestazioni delle relazioni di lavoro, agevolate dalla condizione di disagio e di vulnerabilità di uno degli attori del rapporto, solitamente, ma non esclusivamente, extracomunitario ovvero proveniente da altri Paesi europei. Il fenomeno ha coinvolto e colpisce anche cittadini italiani appartenenti a particolari fasce sociali che vivono in condizioni di indigenza. L’emersione di queste forme di grave sfruttamento è piuttosto ardua per la vulnerabilità e il timore delle vittime ed anche per la difficoltà di monitorare e di investigare il fenomeno. La nuova norma penale introdotta nel 1996 riguardante è stata calibrata non solo sul caporalato ma colpisce anche il datore di lavoro che utilizza, assume o impiega manodopera reclutata anche mediante l’attività di intermediazione, sfruttando i lavoratori e approfittando del loro stato di bisogno. Si tratta di una legge alquanto articolata e innovativa poichè ricomprende tutte le condizioni ritenute indici di sfruttamento dei lavoratori (come la retribuzione palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali o territoriali di categoria, comunque sproporzionata rispetto alla quantità e qualità di lavoro prestato; la violazione della normativa relativa all’orario di lavoro, al riposo, all’aspettativa, alle ferie; le violazioni delle norme in materia di sicurezza e igiene sui luoghi di lavoro).
È prevista altresì la confisca obbligatoria dei beni, denaro o altre utilità, degli autori del reato e l’obbligo di arresto in flagranza.

 

 

 

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