Migliaia di giga scaricati e migliaia di euro in navigazione internet. Niente di male, se non fosse stato che quelle schede Sim (solo dati, non voce) erano intestate al Comune di Francavilla Fontana e usate anche di notte. Non solo il fantasma, ma anche un piccolo mistero – con tanto d’ipotesi danno erariale – aleggia in questi giorni a Castello Imperiali. Nessuno sa chi avesse e abbia tuttora quelle Sim, quindi chi ne abbia fatto uso, pare per anni. La questione è stata scoperta dall’ingegnere Daniele Taurisano, responsabile informatico dell’ente, che ha interessato immediatamente l’Amministrazione del sindaco Antonello Denuzzo. Il gestore del servizio, a seguito di un controllo, ha stornato 35mila euro dalle bollette, ma la spesa per palazzo di città si aggira intorno ai 45mila. Davvero niente male. Oltre alle schede, il contratto – oggi cessato – prevedeva anche due chiavette Usb e un router wi-fi portatile. La compagnia telefonica mobile ha riscontrato un errore nella “profilazione di inserimento a sistema delle USIM”, anche se dai tabulati risulta come esse siano effettivamente utilizzate nelle ore notturne, quindi per scopi molto probabilmente privati ed estranei a quelli isituzionali.
I costi relativi a una delle Sim erano stati liquidati previe determine dirigenziali nel 2016 e nel 2017, ai tempi dell’Amministrazione del sindaco Maurizio Bruno, che anche per tali liquidazioni aveva dovuto fare ricorso a una variazione di bilancio.
Per l’Amministrazione Denuzzo, che ha ottenuto il rimborso di parte delle somme già corrisposte, è “necessario ampliare lo spettro di indagine, soprattutto per acquisire i dati mancanti della fattispecie, ovvero quelli relativi alla titolarità delle sim e delle motivazioni della loro attribuzione ed, in ultimo, in ordine alle motivazioni del traffico consumato, anche per stabilire ed accertare i possibili risvolti giuridici che tali azioni o tali atti potrebbero rivestire in seguito”.
Chi fu l’artefice di quel contratto? Chi ha usato quelle Sim e per farci cosa? Interrogativi, al momento, ancora senza risposta. La Giunta, intanto, ha investito del caso l’Anticorruzione e trasparenza comunale per approfondire i rapporti intercorsi tra il Comune e il gestore. Non si esclude che in futuro possa essere adita la Corte di Conti: il danno erariale è dietro l’angolo. Le schede, infatti, tra le altre cose, “risultavano prive di ogni autorizzazione preventiva in sede di attivazione e, oltretutto, risultavano prive di elementi utili all’identificazione del beneficiario”.