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Solo 300 euro al mese per campare, una ragazza madre: «Sussidio dimezzato, il Comune non ci aiuta più»


Con 330 euro al mese, ce la fareste a mantenere voi e vostro figlio e a pagare le bollette? La domanda è retorica, la risposta è scontata: no, non ce la fareste. E, infatti, neppure la signora Alba (il nome è di fantasia) ce la fa. Non ce la faceva già lo scorso anno, quando i Servizi sociali le passavano un sussidio di 1.280 euro per 12 mesi, figurarsi oggi che percepisce come “baliatico” soltanto 600 euro. Alba è una ragazza madre, ha 46 anni, nessun lavoro e un figlio di 16. Come unica fonte di sostentamento oggi ha il REI (280 euro) il cosiddetto reddito d’inclusione e i 50 euro al mese (600/12) che le passano i Servizi.

Qualche tempo fa, Alba è andata in Comune e ha chiesto un aiuto per pagate la bolletta dell’Acquedotto: 270 euro. Ha ricevuto ampie rassicurazioni: «Tranquilla, signora, le diamo una mano», le è stato detto.
Quando è giunto il momento, è tornata in Comune e ha chiesto i soldi per pagare quella bolletta. Si sarebbe aspettata magari non l’intera somma, ma perlomeno la metà. E, invece, le hanno dato 60 euro, nemmeno un terzo.

«Non cerco l’elemosina – si sfoga – ma soltanto un lavoro: siccome il lavoro, a quanto pare, non c’è chiedo con umiltà di poter sopravvivere e di far sopravvivere mio figlio. Non mi nascondo – prosegue – ogni tanto andiamo a mangiare alla Caritas perché a casa non c’è nulla: da quando mia nonna, che con la sua pensione ci dava una grossissima mano, non c’è più, siamo in serissima difficoltà, patiamo la fame».

«Non riesco a spiegarmi come mai l’anno scorso e quello prima – si domanda – quando c’erano la precedente Amministrazione e poi il commissario il sussidio era comunque basso ma più dignitoso con poco più di cento euro al mese. Oggi – continua – mi sembra tutto più difficile e ingarbugliato, dicono non ci siano fondi; ma perché prima c’erano e ora no?».

«Scusate lo sfogo – conclude – mi sento veramente stanca e umiliata, ho sempre mantenuto mio figlio da sola, facendo mille lavoretti e mandandolo a scuola nonostante tutto… Ma ora mi sembra che ogni giorno ci tolgano un piccolo pezzo di dignità, ci sentiamo abbandonati a noi stessi: dicono di chiedere aiuto a loro, ma quando lo si fa i Servizi sociali non possono mai nulla o possono poco, pochissimo. E a noi non restano che la disperazione e la fame».

«Non mi piace molto parlare di queste cose perché magari qualcuno pensa che io voglia strumentalizzare, ma… Non so cosa sia successo nel caso specifico della signora e perché – dichiara l’ex sindaco, oggi consigliere comunale, Maurizio Bruno – cioè so solo che ai tempi della mia Amministrazione, per scelta politica, aumentammo il contributo in favore delle ragazze madri e di altre categorie svantaggiate, poi mi sa che il commissario lo ridusse e l’Amministrazione attuale magari non ha messo mano a quella riduzione. Per esperienza personale – chiosa – so che in genere dietro ogni scelta amministrativa c’è un’indicazione politica: solo per fare un esempio, invece di stanziare 40mila euro per le iniziative di Natale, già sostenute dai privati, probabilmente quei soldi si sarebbero potuti destinare a queste problematiche ben più serie. Noi lo facemmo».

 

 

 

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