
Quel giorno, i tre fecero irruzione nell’esercizio con indosso passamontagna e tute da lavoro di colore bianco: armati di grossi martelli, costrinsero la commessa a restarsene immobile e accovacciata in un angolo mentre infrangevano le vetrine e s’impossessavano del loro contenuto. Dopo il colpo, il trio fuggì a bordo di un’Alfa Romeo Giulietta di colore bianco poi abbandonata tra le campagne in agro di Cellamare (Bari). E i tre brindisini sono stati identificati proprio a partire dalle tracce lasciate in quell’auto: il DNA repertato nell’occasione dai reparti scientifici dell’Arma è stato confrontato con quello dei sospettati e l’esito del confronto è stato positivo. Così, i tre dopo le formalità sono stati condotti nel carcere di Brindisi.