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Carenza di potassio? No, ictus. Diagnosi discordi tra Francavilla e Brindisi in 24 ore

 

Per l’ospedale di Francavilla, una semplice carenza di magnesio e potassio; per l’ospedale di Brindisi, un ben più grave ictus. È successo tra mercoledì e giovedì scorso a un francavillese di 83anni – in fibrillazione atriale e diabetico – che ha improvvisamente accusato difficoltà motorie (compresi problemi nel sollevare le braccia) e di comunicazione. I suoi familiari, intorno all’ora di pranzo del 27 febbraio, si sono allarmati e l’hanno accompagnato al pronto soccorso del nosocomio della Città degli Imperiali.
 
Da qui, dopo esami del sangue ed elettrocardiogramma nella norma, il paziente è stato dimesso con la raccomandazione di assumere più magnesio e potassio e, ovviamente, di riposare. Gli sono stati prescritti degli integratori e un antibiotico per via di una leggera bronchite riscontratagli. Così, con i suoi familiari, se n’è tornato a casa, dove vive da solo e, almeno fino all’altro giorno, in totale autonomia.
 
L’indomani – giovedì 28 febbraio – ecco però ripresentarsi, più o meno alla stessa ora e in forma accentuata, gli stessi sintomi del giorno precedente: incapacità di reggersi in piedi, astenia, difficoltà a parlare e un labbro storto. Consultati gli esami del sangue e l’elettrocardiogramma ancora freschi, i medici del “Perrino” hanno deciso di approfondire con una Tac e altri accertamenti. Grazie a questi ultimi pare siano stati possibili la diagnosi di un ictus e, intorno alle 23, l’immediato ricovero del pensionato.
 
L’uomo è tuttora ricoverato nel reparto di Neurologia, paralizzato sul lato destro, e per essere dichiarato definitivamente fuori pericolo sarà necessario attendere un altro paio di giorni. Il sospetto – dopo il consulto dei medici – è che se il reale problema di salute fosse stato diagnosticato nella sua prima manifestazione, forse le condizioni dell’anziano, che fino all’altro giorno camminava e andava in bici nonostante l’età, oggi avrebbero potuto essere migliori.
 
La questione meriterà i dovuti approfondimenti, con i congiunti del paziente che ora – in attesa che il loro caro per quanto possibile si riprenda e di avere la documentazione necessaria – valutano il da farsi.

   

 

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