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Droga, armi e furti: dopo l’operazione “Carbinia”, ecco le prime cinque condanne in abbreviato


Dopo l’operazione di polizia giudiziaria “Carbinia”, condotta l’estate scorsa dai carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni tra Carovgno e Mesagne, cnque persone sono state condannate in abbreviato dal Tribunale di Brindisi a pene tra i due anni e sei mesi e i sei anni e otto mesi. Gli imputati hanno beneficiato dello sconto di pena pari a un terzo proprio per aver scelto il giudizio abbreviato. Il quintetto e altre dieci persone erano stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per reati in materia di droga, armi e contro il patrimonio. Strategicamente importante si rivelò anche il ruolo svolto dalla madre di uno degli indagati, la quale si occupava di incassare i proventi dell’attività di spaccio, di recuperare i crediti e di informare il figlio della presenza dei militari vicino casa.Il blitz scattò nel mese di luglio 2018: personale dell’Arma della Compagnia di San Vito dei Normanni in collaborazione coi colleghi del Comando provinciale di Brindisi e dell’11° Reggimento Puglia di Bari, eseguì 15 provvedimenti cautelari – emessi dal Gip Tea Verderosa su richiesta del Pm Simona Rizzo, fondatasi sulle risultanze investigative dei carabinieri – a carico di 15 persone ritenute, a vario titolo, responsabili di concorso in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, reati in materia di armi e contro il patrimonio (perlopiù furti in abitazione).

Così, nei giorni scorsi, sono stati condannati: il 24enne brindisino Giuseppe Antico alias “Carota” o “Carotino” a sei anni e otto mesi di reclusione più 40mila euro e interdizione perpetua dai pubblici uffici; il 20enne Salvatore Carrone, di Carovigno, a due anni e sei mesi di reclusione più 2.400 euro; il 22enne Salvatore Lanzilotti alias “Pipiticchio”, di Carovigno, a due anni e sei mesi di reclusione più 2.400 euro di multa; il 25enne Mirco Scatigna alias “Sceriffo”, di Carovigno, a sei anni e otto mesi d reclusione più 40mila euro di multa e interdizione perpetua dai pubblici uffici; il 33enne Cosimo Nacci, di Mesagne, a quattro anni di reclusione più 2.400 euro di multa e interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.

Le investigazioni scaturirono da due attentati incendiari commessi ai danni di altrettanti imprenditori di Carovigno, presumibilmente a scopo estorsivo.

Le indagini consentirono anche di:

– impedire la commissione di un probabile omicidio, in quanto i Carabinieri recuperarono preventivamente, nell’agosto 2017, un fucile e il relativo munizionamento, nascosti nelle campagne di Carovigno, poco prima che l’arma venisse utilizzata da alcuni degli arrestati per compiere una spedizione punitiva nei confronti di un pregiudicato della zona, che aveva avuto un violento alterco con un altro soggetto anch’esso pregiudicato. L’arma, chiamata dagli indagati “la piccenna” (la piccola) era un fucile da caccia del tipo semiautomatico marca Beretta calibro 12 con canna mozzata, lubrificata e nascosta in contrada “Maresca” a Carovigno da alcuni degli arrestati. L’arma proveniva da un furto commesso a Laterza, in provincia di Taranto, nel febbraio del 2016;

– documentare un florido spaccio di sostanze stupefacenti nei Comuni di Carovigno e San Vito dei Normanni;

– sequestrare complessivamente due chilogrammi di marijuana e varie dosi di cocaina chiamata dagli indagati “pupi”;

– contestare la commissione di furti in appartamento, ad esempio uno degli arrestati commise un furto nell’abitazione di una signora di Carovigno dopo aver rotto la finestra della sua abitazione, impossessandosi di una fede in oro, varie medaglie e due Bancocard con relativo codice PIN, per poi utilizzando indebitamente queste ultime per effettuare prelievi in contante dagli sportelli di un istituto di credito, sempre a Carovigno, per un importo pari a 1000 euro, nonché pagamenti POS presso vari esercizi commerciali per un importo pari a 1.469,26 euro.

Riguardo allo stupefacente spacciato, si trattò di cocaina venduta a 100 euro al grammo, di hashish e di marijuana venduti al prezzo di 10 euro la dose. Per la conduzione dell’illecita attività di spaccio, il gruppo si avvalse anche di un minorenne, ora divenuto maggiorenne e sottoposto agli arresti domiciliari, al quale è fu ceduto in varie circostanze lo stupefacente affinché lo spacciasse.

 

 

 

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