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Il discorso del comandante provinciale in occasione del 205º anniversario dell’Arma

Il colonnello Giuseppe De Magistris

Di seguito il discorso, in forma integrale, pronunciato quest’oggi (mercoledì 5 giugno 2019) dal comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Giuseppe De Magistris, in occasione della cerimonia per i 205 anni dalla fondazione dell’Arma:

Signor Prefetto, Eccellenza reverendissima, Signor Comandante Generale emerito dell’Arma dei Carabinieri, autorità civili, politiche, militari e della magistratura, addetti agli organi di stampa, delegati degli organismi di rappresentanza, personale civile della Difesa, colleghi dell’Associazione Nazionale Carabinieri e commilitoni delle associazioni combattentistiche e d’arma, dear friends from the United Nations Global Service Center, gentili ospiti, e, last but not least, cari studenti, nonché carissimi Matteo & Marco, consentitemi innanzitutto un commosso omaggio alla memoria del Mar. Magg. Vincenzo Carlo DI GENNARO, trucidato a Cagnano Varano il 13 aprile scorso, e all’indimenticabile Melissa.

Coordinati nell’azione investigativa dall’Autorità Giudiziaria inquirente e giudicante (saluto il Procuratore Generale della Repubblica, Sua Eccellenza dottor MARUCCIA, il Presidente del Tribunale PAPPALARDO e il Procuratore DE DONNO), diretti dal Prefetto GUIDATO, “insieme” ai nostri fratelli in armi delle altre Forze dell’Ordine e delle Forze Armate (un abbraccio al Questore e al Comandante Provinciale delle “Fiamme Gialle” (Ferdinando Rossi e Pierpaolo Manno, ndr), anche quest’anno, l’Arma della Provincia di Brindisi ha contribuito a tracciare un nuovo capitolo di Storia Patria. L’abbiamo fatto insieme ai nostri concittadini, protagonisti positivi di questa Provincia. Ne sono preclaro esempio quel giovane ingegnere che ha sventato uno scippo ai danni di un’anziana signora nella sua Francavilla, oppure quel padre di famiglia che, a Brindisi, transitando sul ponte per Bozzano, ha afferrato appena in tempo una 21enne in procinto di lanciarsi nel vuoto, ovvero quella studentessa brindisina, di origini straniere, che, entrata in possesso di un riprovevole video omofobo ritraente un suo compagno di scuola, non ha esitato a venire proprio qui, in caserma, per denunciare il fatto. E ancora: che dire dei quattro adolescenti che hanno rinvenuto a Francavilla Fontana una notevole somma di denaro, prontamente consegnata ai Carabinieri del posto?

Comportamenti virtuosi che ormai qui sono la normalità e contribuiscono ad arginare con rinnovata efficacia i pervasivi tentativi delle forze del male a infiltrarsi subdolamente fra le nostre fila. Essi sono il chiaro segno che la sicurezza è sempre più intesa come un bene irrinunciabile, da preservare gelosamente.

È un lavoro di squadra, la “squadra Stato”, forte, coesa, assolutamente determinata, fatta di servitori votati a garantire esclusivamente il Bene della collettività, donandosi incondizionatamente al prossimo lontano dai propri affetti: le nostre care famiglie. È una squadra che si completa con le altre Istituzioni qui presenti, innanzitutto i Sindaci, la società civile, nonché il mondo del volontariato e della scuola, splendidi interpreti delle eccellenze e potenzialità di questa Provincia.

Con loro condividiamo lo stesso Amor di Patria e combattiamo, ognuno nel proprio ruolo, gli stessi subdoli e oscuri nemici.

A questo “dream team” – che nell’ultimo quadrimestre ha apprezzato un ulteriore calo della delittuosità del 16% – l’Arma dei Carabinieri della Provincia di Brindisi contribuisce facendo soprattutto perno sulle 23 Stazioni dipendenti, spina dorsale dell’Istituzione, “collettore” dei

bisogni primari degli Italiani e principale punto di riferimento per la sicurezza nel nostro Paese. In 15 Comuni della Provincia su 20 questi caposaldi sono l’unico presidio di sicurezza, simbolo granitico dello Stato, che nell’anno appena trascorso, a costo d’intensi

sacrifici quotidiani, ha perseguito fino all’85% dei reati commessi in tutto il territorio provinciale. L’85%. Risultato brillante, devo ribadirlo, ma pagato a caro prezzo, considerati i nove feriti in servizio e 14 infortunati sofferti. Lo devo ribadire per tributare a ciascuno dei miei Carabinieri il giusto, sentito merito, scevro da forme di compiacimento effimero e narcisistico.

Ai miei Carabinieri, di cui ammiro il professionale entusiasmo e l’altruistica abnegazione e di cui ho l’onore e il privilegio di esserne Comandante dico GRAZIE!

Avete fatto di quest’esperienza uno dei miei più cari indelebili, personali ricordi di soldato e uomo dello Stato.

Combattiamo giornalmente una silente guerra senza quartiere contro ogni forma di criminalità, cupa, strisciante e vile, cui rispondiamo colpo su colpo, senza concedere spazio alcuno, per servire sempre modesti, indomiti ignoti eroi – gli Italiani, la Giustizia, la Patria.

, continuo a usare il verbo “servire” per non sminuire la nobiltà dei nostri gesti quotidiani, per celebrare identità e scopo dell’Arma, in cui tutti noi Carabinieri dobbiamo riconoscerci, saldamente ancorati ai valori dell’etica del servizio, mantenendo fede al giuramento prestato, per non rinnegare noi stessi e continuare a essere baluardo invalicabile a protezione della nostra democrazia.

Certo, c’è ancora molto da fare: insieme, attraverso una sempre maggiore collaborazione con la cittadinanza e le associazioni di categoria, sono certo che faremo di più.

Agli studenti e agli insegnanti oggi intervenuti rinnovo l’invito ad avere fiducia nell’Arma dei Carabinieri e un incoraggiamento: VOI potete trasformare radicalmente il mondo, partendo da quest’incantevole terra, sollevandola dal “torpore delle coscienze” cui pochi s’ostinano a volerla condannare, rispettando le regole basilari della civile convivenza, consci che “anche la più piccola illegalità alimenta il fenomeno mafioso”. Ciò, però, postula un coraggio di più alto lignaggio: quello della quotidianità, che rifugge le scorciatoie del malaffare e della convenienza personale.

Cari ragazzi! Lo dico a voi per ricordarlo a noi, chiamati a un pubblico servizio: l’onestà, quella vera, fatta del silenzioso, umile lavoro di tutti i giorni, è nemica dei riflettori e del tornaconto personale. Nella nostra normalità costellata da limiti e debolezze, noi Carabinieri facciamo dell’integrità la nostra cifra distintiva, consci del privilegio d’indossare i nostri gloriosi alamari, onore che non ripagheremo mai abbastanza.

Ma, come i tanti eroi che ci hanno preceduto non hanno capitolato davanti avversari ben più fieri e leali di quelli infimi che oggi combattiamo, così Vi assicuro, carissimi ragazzi, che Noi Carabinieri non cederemo!… per continuare a guardare serenamente negli occhi i nostri figli e i figli dei nostri figli”.

Carabinieri del Comando Provinciale di Brindisi! A VOI, il mio rispettoso e grato omaggio.

Viva l’Arma dei Carabinieri! Viva la Provincia di Brindisi! Viva l’Italia!

Colonnello Giuseppe De Magistris, Comandante provinciale di Brindisi dell’Arma dei Carabinieri

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