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Sempre vivo il ricordo del maresciallo Dimitri: commemorato da colleghi e comunità

I vertici dell’Arma e i rappresentanti delle istituzioni civili con i genitori del maresciallo Dimitri, Florenzo e Anna Lucia

Ieri sera (lunedì 15 luglio) come da 18 anni a questa parte, l’Arma dei carabinieri e la città di Francavilla Fontana hanno tenuto a ricordare il sacrificio del maresciallo Medaglia d’oro al valore militare Antonio Dimitri, che il 14 luglio del 200 fu ucciso quando, pur libero dal servizio, tentò di sventare una rapina ai danni di un istituto bancario in viale Lilla.

Oltre ai vertici dei carabinieri – su tutti, il comandante della Legione “Puglia” generale di brigata Alfonso Manzo e il comandante provinciale colonnello Luigi De Magistris – erano presenti il procuratore capo di Brindisi Antonio De Donno, il prefetto Umberto Guidato, il vescovo della Diocesi di Oria Vincenzo Pisanello, il sindaco di Francavilla Fontana Antonello Denuzzo e altre Autorità civili, militari e religiose.

Erano presenti soprattutto i genitori del maresciallo Dimitri Florenzo (appuntato dei carabinieri in congedo) e Anna Lucia.

Nel corso della commemorazione è stata data lettura della motivazione della Medaglia d’oro al valor militare, sono stati resi gli onori ai Caduti ed è stata deposta una corona di alloro, benedetta dal vescovo, nei pressi della targa commemorativa presente nel piazzale che porta il nome del carabiniere-eroe

La cerimonia si è conclusa con il saluto del primo cittadino e con gli interventi del colonnello De Magistris e del generale Manzo.

Qui di seguito, nell’ordine, i discorsi pronunciati dal comandante provinciale dell’Arma e dal sindaco:

Colonnello De Magistris: Signor Generale, Eccellenza Reverendissima Monsignor Pisanello, Signor Prefetto, autorità e gentili ospiti qui convenuti a testimoniare l’affetto verso la città di Francavilla Fontana e l’Arma dei Carabinieri, ringrazio la locale Amministrazione Comunale per aver fortemente voluto intervenire a questo evento, insieme ai sempre presenti colleghi in congedo dell’Associazione Nazionale Carabinieri, che abbraccio fraternamente.

Questo legame specialedefinirlo affetto è riduttivoripropone l’esclusività del rapporto che unisce la nostra amata Nazione e le sue Comunità, in primis i Comuni, ai Carabinieri. Oltre duecento anni di storia l’hanno reso ancora più saldo, purtroppo anche per il tanto sangue versato da commilitoni come Antonio Dimitri. È una storia esaltante che, dal 13 luglio 1814, accompagna la vita della Nazione e dei suoi 8.093 Comuni, affidati a 5.521 Stazioni e 64 Tenenze. Esse, come qui a Francavilla Fontana, sono il cuore della nostra Organizzazione, l’essenzialità del presidio territoriale, simbolo identitario dello Stato solidale e prossimo.

Oggi, Antonio Dimitri avrebbe avuto 52 anni. Figlio di Carabiniere – saluto affettuosamente il papà Florenzo e la mamma, la cara signora Anna Lucia – era nato a Castellamare di Stabia in provincia di Napoli il 7 aprile 1967. Giunto al Nucleo Operativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi il 9 maggio 2000, proveniente dal Reparto Operativo del Comando Provinciale di Roma, subito si distingue per intelligenza, professionalità, bontà d’animo e tanto coraggio, tant’è che anche quel maledetto 14 luglio di 19 anni fa, non esita a offrirsi volontario per svolgere un pericoloso servizio antirapina teso a intercettare un gruppo di criminali che stava imperversando nella zona. Proprio in quei giorni, lo stato lanciava inesorabile la sua controffensiva l’“Operazione Primavera”. Pochi mesi prima, i Finanzieri De Falco e Sottile erano stati uccisi a Jaddico, il 22 febbraio 2000. Nel 1990, invece, a Ceglie Messapica, in circostanze analoghe, cadeva il Carabiniere Angelo Petracca. Chiunque, come mi è stato riferito da diversi cittadini Francavillesi presenti ai fatti, anche qualcuno di noi oggi presente a questa commemorazione, sarebbe potuto rimanere vittima di un proiettile vagante, come la povera signora Anna Rosa Tarantino, barbaramente uccisa a Bitonto nel dicembre 2017. Antonio lo sapeva, ma NON ha esitato a intervenire.

Erano le 15.00: tutto si consuma in un attimo, a pochi metri da qui. Il Maresciallo Dimitri nota uscire di corsa da quella che all’epoca era la “Banca Commerciale Italiana” due uomini parzialmente travisati che trascinano con sé, facendosene scudo, due ostaggi.

Antonio, senza alcuna esitazione, si para davanti ai due malfattori, arma in pugno.

I delinquenti fingono di arrendersi e di posare le armi a terra, distraendo Antonio, che intenzionalmente non aveva sparato, per non colpire gli ostaggi. In questo frangente, un terzo criminale, nascostosi in una macchina insieme a un quarto complice, cogliendolo alle spalle, da distanza estremamente ravvicinata esplode proditoriamente contro il nostro commilitone sette colpi di fucile a pallettoni, sette colpi, ferendolo mortalmente, per poi, codardo, fuggire insieme ai suoi complici.

Antonio aveva 33 anni.

Per aver donato la propria vita nella circostanza, al Mar. Ord. Antonio Dimitri è stata concessa la massima onorificenza al Valor Militare, la Medaglia d’Oro alla Memoria, compendiata nella seguente motivazione:

Con ferma determinazione e insigne coraggio, affrontava due malviventi in flagrante rapina in un istituto di credito che tentavano, armi in pugno, di guadagnare la fuga, facendosi scudo di due ostaggi. Rinunciava all’uso dell’arma in dotazione per non mettere a repentaglio la vita degli ostaggi e intimava la resa ai malfattori, ma veniva raggiunto mortalmente dai colpi proditoriamente esplosi da un terzo rapinatore appostato all’esterno dell’istituto. Chiaro esempio di ardimento ed elette virtu’ militari, spinti fino all’estremo sacrificio.” Francavilla Fontana (BR), 14 luglio 2000.

Ragazzi, Autorità, Signore e Signori, dal 1814 contiamo 9.684 caduti. Essi, come Antonio – dal Risorgimento, alla lotta al banditismo e ai conflitti mondiali, dal contrasto al terrorismo eversivo alla lotta al crimine anche mafioso, dalle missioni internazionali al soccorso nelle calamità – hanno silenziosamente scritto con il loro sangue pagine di eroismo e sacrificio. Questo è il loro lascito, testimonianza di vicinanza, prossimità ai bisogni dei cittadini, ma anche baluardo inesorabile e intransigente contro ogni forma di criminalità. E anche per non vanificare questo sangue versato, Noi Carabinieri continueremo a non dare “quartiere” a queste oscure e vili “forze del male”, consci del privilegio che abbiamo di servire in prima linea lo Stato, le Istituzioni, la Giustizia, la legalità. È un privilegio che non ripagheremo mai abbastanza.  Ma essere Carabiniere significa anche e soprattutto saper donare alla Comunità, saper servire la Comunità, saper rischiare per la Comunità, saper dare tutto sé stessi alla Comunità.

Ma il nostro impegno non basta: è indispensabile il consenso della gente, che deve esaltare i propri valori genuini, ancestrali, sacri, nonché combattere per difendere la propria dignità, ritrovandosi unita sotto un’unica Bandiera, un’unica Patria.

Ebbene, io credo che oggi ci siano tutti gli elementi per iniziare un nuovo cammino insieme: perché, fino a quando la nostra Patria potrà contare su Eroi come Antonio Dimitri e sulla gente di Francavilla Fontana, l’Italia potrà continuare a sorridere e a sperare.

Viva Antonio Dimitri!

Viva l’Arma dei Carabinieri!

Viva l’Italia!

***

Sindaco Denuzzo: Rivolgo il mio saluto a tutte le Autorità e ai gentili ospiti che sono qui convenuti anche quest’anno, a testimoniare l’affettuosa considerazione verso la Città di Francavilla Fontana.

Una presenza, la vostra tanto più ambita e significativa, quanto più austera vuole essere la cerimonia; una presenza per la quale esprimo a nome dell’Amministrazione comunale gratitudine e l’assicurazione che, anche dalla vostra adesione, sapremo trarre la forza per il nostro cammino.

Il mio sentito ringraziamento per la sua partecipazione anche a S.E. il Vescovo, alle Associazioni combattentistiche e d’arma e alla banda “Giuseppe Verdi”.

Un forte abbraccio ai genitori del M.llo.

È con animo deferente e commosso che prendo oggi la parola in questa occasione, in questo luogo, nel cuore della nostra Città, per rievocare ciò che avvenne in quella tragica giornata, che è ancora ben vivo nella memoria della nostra comunità, che fu scossa da un’ondata di partecipazione addolorata.

Richiamare alla mente quella grande espressione collettiva di cordoglio ci aiuta a comprendere che la memoria di un Carabiniere che ha dato la vita per il nostro Paese non appartiene soltanto alle Forze Armate, né alle Istituzioni, né ad una parte politica, ma è patrimonio dell’intera collettività.

Se non è compito del Sindaco fare bilanci o tracciare i lineamenti di nuovi possibili interventi in settori come quello delle mafie e della criminalità organizzata, credo che un Sindaco possa raccogliere qualche breve riflessione sulla ricorrenza di oggi e, attraverso il ricordo, confermare l’attualità del messaggio che il M.llo ci ha trasmesso.

Dimitri si inserisce a pieno titolo tra i Martiri dello Stato, ovvero tra coloro che sono stati barbaramente uccisi da menti bieche e mani assassine, ma il cui sacrificio è valso a dare un esempio di vita intensa, di fedeltà incrollabile nello Stato e nelle sue strutture democratiche e che rappresentano un modello da seguire senza incertezze nella lotta contro tutte le illegalità.

Ma io vorrei che fosse la speranza il filo conduttore di questo mio intervento, il punto di partenza e la conclusione che affido a ciascuno di noi, rappresentanti delle Istituzioni e cittadini.

Parlo di speranza perché ho potuto constatare in questo primo anno del mio mandato che la presenza dell’Arma nel territorio di Francavilla Fontana è improntata alla più ampia apertura nei confronti della popolazione locale. Qui i Carabinieri non appaiono come una forza occupante, rinchiusa nel suo fortino ai margini dell’abitato, ma come una presenza discreta e dialogante, fianco a fianco con la gente del luogo, che ne condivide un’altissima considerazione per il valore e l’impegno.

Quelli che passano da Francavilla, da questo posto del Sud, sono i Carabinieri che la finzione del cinema e della letteratura hanno consegnato alle folle, quali i custodi della legge e dello Stato nella periferia più domestica o più lontana.

Ma la verità è che da qui sono passate generazioni intere di Carabinieri che qui si sono preparati alla durezza della vita quotidiana, all’amore per un dovere che tutto pospone, anche la famiglia, alla difesa dell’inerme, ad un sacrificio che molto spesso non paga, al divenire un uomo quando l’anagrafe dice che sei ancora un ragazzo.

Carabinieri originari di terre lontane, che non sono venuti qui a Francavilla per combattere in difesa di un loro particolare interesse o di un loro campanile; hanno prestato qui con onore e disciplina il proprio servizio perché erano cittadini di una terra più grande, l’Italia, e difensori di una bandiera più grande, quella tricolore.

D’altra parte potrei fare riferimento ai valori della “tradizione” dell’Arma; di una tradizione che parla di squadroni e sciabole, di tappe del Risorgimento, di briganti, di bende e di sangue.

Ma la realtà incalza ogni giorno per dirci della sua brutalità. Ogni giorno la storia prevale sulla tradizione.

Limitando le nostre riflessioni al periodo che coincide con la storia repubblicana del nostro Paese, possiamo considerare per esempio che la nostra Costituzione, che ogni giorno noi difendiamo nei nostri rispettivi ruoli, ha visto tra i suoi artefici più autentici 2115 Ufficiali, Sottufficiali e Carabinieri caduti ed altri 6500 feriti; e, fra tutti, i nostri martiri di Cefalonia, delle Fosse Ardeatine, di Radicofani, di Fiesole.

E’ per questo che Autorità comunali, regionali, scolastiche sono giunte ad intitolare, a tanti nostri Carabinieri martiri, strade, piazze, scuole, aule, ospedali d’Italia, appunto perché ovunque la storia prevalesse sulla “tradizione”, perché i giovani sapessero, capissero come e quanto – al di là delle fiabe – si possa dare senza calcolo, con generosità, perché gli altri sopravvivano, perché la libertà trionfi.

Poco distante da qui si trova via Salvo d’Acquisto, quasi che voglia dirci che quando per la salvezza del nostro prossimo è necessario il tributo della vita, lui è con noi.

La toponomastica celebrativa ci offre un prezioso strumento per perpetuare anche la memoria del sacrificio del M.llo: da quel giorno questa piazza, uno dei luoghi più importanti per la vita pubblica della nostra Città, è associato, indelebilmente, al ricordo di quest’uomo coraggioso e fedele.

Lo dovevamo al M.llo Dimitri, ai suoi familiari, ma ancora di più lo dobbiamo a quei valori di pace, giustizia, libertà, democrazia, incarnati, oggi come allora, dall’azione quotidiana dei nostri Carabinieri nelle più difficili realtà del Paese.

Viva l’Arma dei Carabinieri!

Viva l’Italia!

 

 

 

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