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Spari e incendio di tre auto sotto casa del rivale: fermate quattro persone


Quattro uomini sono stati arrestati dai carabinieri e sottoposti a fermo d’indiziato di delitto dal pubblico ministero Giovanni Marino, che ha concordato con le risultanze investigative, in quanto sospettati di essere gli autori del raid a casa del 57enne G.A. in contrada Matarano a Fasano, dove un gruppo di fuoco dapprima incendiò tre auto parcheggiate in cortile, poi sparò contro l’immobile. Il quartetto è sospettato di tentato omicidio in concorso, danneggiamento seguito da incendio, rissa, violazione di domicilio,  rapina aggravata, lesioni aggravate e danneggiamento in concorso. Per tre dei quattro indiziati anche il porto abusivo di arma clandestina in concorso e la detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. Si tratta dei fasanesi Francesco Angelini, 40 anni, Francesco Girolamo, 31 anni, Bartolomeo Abiuso, 29enne, Onofrio Margaritondo, 43 anni.Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Fasano – coadiuvati nella fase esecutiva dai colleghi del Nucleo investigativo provinciale, dell’Api, dello Squadrone eliportato Cacciatori Puglia e del VI Elinucleo di Bari – li hanno condotti, nel pomeriggio di ieri (domenica 4 agosto) tra le contrade “Signora Pulita” e “Savelletri”, dove hanno stanato Angelini, Girolamo e Abiuso, che si erano resi irreperibili immediatamente dopo il raid di venerdì scorso. In loro possesso è stata trovata una pistola calibro 7,65 (marca illegibile, probabile provenienza dall’Est Europa) con matricola abrasa e cinque colpi in serbatoio. Dall’arma, perfettamente funzionante e nascosta sotto una pietraia nei pressi del casolare dove i tre si erano nascosti, promanava un forte odore di cordite (segno di un recente utilizzo). Nel corso della perquisizione all’interno del casolare sono stati rinvenuti 40 grammi di marijuana, suddivisi in tre buste, all’interno di un mobile della cucina. Margaritondo, già sottoposto alla libertà vigilata, è stato invece rintracciato a casa sua in contemporanea rispetto alla cattura dei presunti complici. Le attività investigative sono tuttora in corso, al fine di escludere il coinvolgimento di ulteriori partecipanti all’attentato, nonché di individuare eventuali persone che avrebbero favorito gli arrestati nel sottrarsi alle ricerche.

 

 

 

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