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Castello, Legambiente Oria: “La convenzione tra Comune di Oria e Borgo Ducale sarebbe un’opportunità? E per chi?”

Di seguito una nota da parte di Legambiente circolo “Piaroa” Oria:

Le dichiarazioni rilasciate a Brindisi Report dalla sindaca di Oria il 9 giugno in merito alla trattativa per l’apertura al pubblico del Castello sollecitano alcune considerazioni.

La prima è che, come sta accadendo dallo scorso agosto (quando la stessa sindaca annunciò che il 2020 sarebbe stato l’ultimo anno di chiusura al pubblico del maniero federiciano) le notizie vengono divulgate ricorrendo a slogan piuttosto che a spiegazioni, e spesso omettendo parte importante dell’informazione.

Nello specifico, la sindaca difende l’ipotesi di convenzione tra Borgo Ducale e Amministrazione Comunale rappresentandola come soluzione migliore rispetto ad altri percorsi (leggasi richiesta di dichiarazione di interesse eccezionale del Castello).

Senza entrare nella questione del confronto tra le due soluzioni, del tutto diverse, e su cui abbiamo già espresso un argomentato parere, riteniamo che alcune delle affermazioni della sindaca in merito alla convenzione (e nel merito della stessa) debbano essere contestate.

Intanto la descrizione dei termini previsti dalla convenzione omette di riferire clausole importanti, in particolare tutte quelle a svantaggio dell’Amministrazione Comunale. In secondo luogo la sindaca omette di riferire che sull’argomento, da diversi mesi, esiste una esplicita richiesta di partecipazione democratica avanzata da diverse associazioni, alla quale è stato finora opposto un sostanziale diniego (salvo un solo incontro con rappresentanti del Consiglio Comunale).

Riteniamo quindi che la sindaca, riferendo alla stampa di una trattativa in corso e, a suo dire, in fase conclusiva, avrebbe dovuto esprimere con chiarezza ai cittadini ed alla società civile oritana gli esatti termini della questione.

Ad esempio:

Secondo la bozza di convenzione, redatta dalla proprietà e trasmessa al Comune, la Borgo Ducale, in cambio della modifica della destinazione d’uso del Castello, assumerebbe l’obbligo dell’apertura al pubblico di una parte del maniero per tutta la durata dell’attuale attività imprenditoriale (definita come attività di wedding ed eventi in genere, anche musicali) e comunque per un periodo non inferiore a 10 anni. E, se questa attività non venisse più svolta, la proprietà, quella attuale o quella che ci sarà in futuro, avrebbe l’obbligo di continuare l’apertura del Castello per altri 20 anni (ma, a nostro parere, nel caso di una diversa futura proprietà, il trasferimento diretto dell’obbligazione non sarebbe possibile sul piano giuridico, visto che ciascuno può assumere obblighi solo per se stesso) La proprietà potrebbe inoltre, a suo insindacabile giudizio, trasferire al Comune la gestione dell’area “monumentale” e in questo caso il Comune dovrebbe farsi carico interamente degli oneri relativi alla manutenzione ordinaria, alle utenze, alle pulizie e agli altri oneri comunali. In questo modo si affiderebbe alla discrezionalità di un privato la definizione di future poste passive (cioè costi) a carico dell’amministrazione pubblica. Siamo certi che si tratti di un percorso accettabile sul piano amministrativo e normativo?

Inoltre gli elaborati progettuali che accompagnano la richiesta di cambio di destinazione d’uso del Castello (la proposta di bozza di convenzione, elaborata da Borgo Ducale, fa parte di tale documentazione) evidenziano ulteriori interventi, quali ad esempio la realizzazione di un parcheggio di circa mille metri quadrati nel parco del Castello (per intenderci a ridosso dell’area archeologica di Parco Sabba). Fanno parte anche questi del pacchetto che la sindaca intende proporre alla città?

Le stesse ricadute economiche della convenzione, evocate dalla sindaca, non vengono in alcun modo quantificate. Anche “l’apertura costante ad un pubblico diversificato” appare abbastanza illusoria se si pensa al fatto che, probabilmente, durante i matrimoni, le cerimonie e gli eventi le visite turistiche potrebbero essere sospese o fortemente limitate.

In breve, le condizioni fissate dalla bozza di convenzione attualmente oggetto delle trattative di cui parla la sindaca non appaiono accettabili e vanno profondamente emendate, a partire dalla ipotizzata trasformazione di un bene storico-artistico in una attività sostanzialmente commerciale (anche gli introiti derivanti dalle visite al Castello, a pagamento, verrebbero incassate dalla proprietà, che fisserebbe le tariffe). Inoltre, il rapporto tra le parti (al momento Amministrazione Comunale e proprietà privata, auspicando però per quanto ci riguarda che venga fatto salvo per il futuro il ruolo dell’attore pubblico nelle sue varie articolazioni) dovrebbe essere, almeno, alla pari. Invece, l’ipotesi di accordo attualmente nota, in sostanza, non solo sarebbe del tutto sbilanciata a favore della proprietà, mettendo l’Amministrazione Comunale in posizione subalterna, ma tenderebbe a cancellare del tutto quel diritto di uso pubblico già riconosciuto nel 1933 con l’atto di permuta tra Comune e Martini Carissimo rispetto ad un bene che è pur sempre sottoposto a specifici vincoli e che è inoltre incardinato nella storia e nella cultura oritana e pugliese. Sull’argomento della attuale ipotesi di convenzione tra proprietà e Amministrazione Comunale in merito alla futura gestione del Castello di Oria abbiamo del resto già espresso, in più occasioni, un parere estremamente critico, che confermiamo ribadendo la nostra preoccupazione per un modo di procedere che tende ad escludere la partecipazione dei cittadini e delle associazioni espressione della società civile, con ciò ignorando anche i principi fissati dallo Statuto della Città di Oria. Senza parlare poi di tutti gli altri soggetti istituzionali e non (Regione, cittadini e associazioni pugliesi …) che sono comunque interessati alle sorti del Castello.

Antonella Palazzo

Giuseppe Ponzini

Circolo “Piaroa” Legambiente Oria

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