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La Motorizzazione revoca le patenti agli autisti, il Tar le restituisce: pienamente accolti i ricorsi della legale


Dopo aver seguito i corsi e superato l’esame teorico-pratico presso la Motorizzazione, nel mese di luglio 2020, diversi patentati si erano visti annullare i titoli (CQC – Carta di qualificazione del conducente) da parte della Motorizzazione di Lecce/Brindisi, quello stesso ente dal quale erano stati precedentemente promossi a seguito della prova sostenuta il 2 gennaio dello stesso anno. Il motivo? L’autoscuola da loro frequentata, con sede nella provincia di Brindisi, sin dal 15 aprile 2018, non era più idonea a tenere quel tipo di corsi, circostanza della quale – ovviamente – gli aspiranti trasportatori non erano minimamente a conoscenza. Tant’è vero che non solo pagarono la quota d’iscrizione ma presero parte alle lezioni e, con profitto, superarono i test finali a Brindisi.

A seguito del superamento del test, diversi tra loro, quasi tutti, cominciarono a lavorare proprio grazie alle abilitazioni conseguite. Va da sé che l’annullamento della prova avrebbe comportato automaticamente la perdita dell’occupazione. Ma non è stato così, in quanto gli interessati si sono rivolti allo studio legale Lodeserto che ha incaricato di seguire il caso l’avvocato Paola Dimotoli del Foro di Brindisi.

La legale, con studio ad Oria, in un dettagliato ricorso all’organo amministrativo di primo grado, ha spiegato le ragioni dei loro assistiti ma soprattutto ha tratteggiato i fondamenti giuridici sottostanti alle stesse.

Su tutti, quello del “funzionario di fatto”, ampiamente consolidato nelle pronunce giurisprudenziali. In sostanza, sebbene l’istruttore non fosse più formalmente qualificato per tenere quei determinati corsi, non avrebbe dovuto essere trascurato il legittimo affidamento, da parte dei discenti, nel fatto che lo fosse. Peraltro, i corsisti avevano dimostrato ampiamente di possedere le necessarie conoscenze imposte dalla legge, come testimoniato dall’aver superato quell’esame pubblico.

Dopo aver contestato la carenza di motivazione del provvedimento e il mancato ascolto stragiudiziale delle eccezioni mosse dai suoi assistiti, l’avvocato Dimotoli ha dapprima chiesto per loro una sospensiva – puntualmente ottenuta – poi l’annullamento dell’atto di revoca delle patenti.

E così è stato: nei giorni scorsi, il Tribunale amministrativo di Bari – Sezione di Lecce (Enrico D’Arpe presidente, Patrizia Moro consigliere, Giovanni Gallone referendario estensore) ha accolto in toto le richieste e, con due sentenze identiche, ridato tranquillità a un paio di ricorrenti. Pendono ancora due procedimenti identici, mentre per altri due la legale ha ottenuto la revoca in autotutela da parte della Motorizzazione.

Rischiava di essere il classico caso del “tanta fatica per nulla” ma alla fine il Tar ha rimesso ogni cosa al suo posto. E quella gente – del tutto ignara del difetto formale legato alla scuola guida – potrà tranquillamente continuare a lavorare, trasportando in sicurezza persone, merci e cose.

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