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Roma e Costantinopoli influirono anche su Oria: il prof D’Amico e le sue ricerche nell’estate della città fridericiana

Nell’estate oritana, un contributo culturale davvero di spessore e, ovviamente, originale, come quelli che da sempre caratterizzano i contributi del professor Giuseppe D’Amico: il 4 agosto, ore 20, presenterà al pubblico, nella suggestiva cornice di Parco Montalbano, il suo terzo volume di storia locale dal titolo “Riflessi politici di Roma e di Costantinopoli sulla Città di Oria nell’Alto Medioevo”. Una presentazione che, per il suo valore storiografico, il Comune e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Oria hanno deciso d’inserire nel calendario estivo 2021

“Leggendo il contenuto di questo mio racconto storico – dichiara il prof D’Amico – il lettore potrà rivivere i principali eventi che hanno sconvolto l’Ita1ia Meridionale e la città di Oria a partire dallo spostamento della capitale dell’impero da Roma a Bisanzio e finire alla riconquista di quasi tutta l’Italia Meridionale da parte dell’imperatore bizantino Basilio I il Macedone. Torneranno così alla mente del lettore i vecchi ricordi di scuola tra cui l’accavallarsi delle invasioni barbariche in Italia, la ventennale Guerra gotico-bizantina, la creazione del regno longobardo di Pavia, del ducato di Benevento e del ducato di Oria, la creazione del Vescovado di Oria, la politica “cesaropapista” di molti imperatori bizantini e quella religiosa, spesso scismatica, di vari patriarchi costantinopolitani, l’imposizione degli imperatori ‘iconoclasti’ di distruggere le immagini sacre, la diffusione del monachesimo basiliano, le figure religiose di San Barsanofio, protettore della città e della diocesi oritana, e di Teodosio, vescovo di Oria e ambasciatore per conto del pontefice Stefano V presso l’imperatore d’Oriente Basilio I il Macedone e del patriarca di Costantinopoli Fozio ed altri eventi ancora”.

Sapere chi eravamo, da dove veniamo, oltre che chi vorremmo essere, è sempre, infinitamente, importante. Figure come quella del professore D’Amico – mai stanco, mai domo, nel suo sapere e nel suo voler continuare a conoscere e a raccontare – sono preziose e, anzi, fondamentali, anche e soprattutto per le generazioni odierne. Se Oria esiste, se qualsiasi altro posto al mondo esiste e ha una storia, lo si deve a gente che si appassiona, studia e tramanda. Senza Omero (chiunque egli fosse) non esisterebbero Iliade e Odissea; senza storici e appassionati, saremmo solo presente. E, si sa, o si dovrebbe sapere che senza il passato non ci sarebbe presente. Per dirla con Cicerone: Historia magistra vitae.

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