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Non trasgredirono le regole pandemiche, si allenavano in sede: dopo il Giudice di pace, anche la Prefettura dà ragione agli atleti de “Il pallino”

L’Italia era chiusa a causa delle restrizioni pandemiche, invece loro si erano chiusi in un circolo sportivo per esercitarsi.

La polizia locale di Francavilla Fontana fece irruzione nella sede de “Il pallino” in via Sant’Annibale Maria di Francia, dove il 15 marzo 2021 gli agenti identificarono e sanzionarono in via amministrativa, applicando le cosiddette sanzioni Covid, diverse persone, compreso il presidente del sodalizio. I presenti si giustificarono col dire di starsi allenando in vista di importanti gare agonistiche cui in seguito avrebbero dovuto partecipare e alle quali poi effettivamente presero parte.

Dopo una prima pronuncia del giudice di pace, che accolse il ricorso del presidente A.L., nei giorni scorsi anche la Prefettura ha “scagionato” gli altri presenti quel giorno. Lo studio legale Andrisano ha sempre sostenuto con forza e riferimenti normativi, per il tramite delle avvocate Giovanna Rosso e Carmela Saracino, la tesi secondo la quale quegli atleti professionisti si trovassero nella loro sede semplicemente per allenarsi, come consentito agli atleti professionisti anche dalle deroghe a quei Decreti del presidente del Consiglio dei ministri, che a suo tempo imponevano a chiunque di starsene quanto più possibile in casa per scongiurare l’aumento dei contagi da Nuovo Coronavirus.

La tesi proposta dai legali, su indicazione dei loro assistiti, fu innanzitutto condivisa dal giudice di pace, poi ultimamente è stata anche sposata dalla Prefettura, cui si erano invece rivolti con apposito ricorso gli altri soci de “Il pallino”.

La vice prefetta aggiunta Antonella Barozzi è partita proprio dalla sentenza del giudice di pace di Brindisi, il quale aveva ritenuto inconfutabile la documentazione prodotta a sostegno delle ragioni del ricorrente, e cioè: l’associazione sportiva era affiliata alla Fibis (Federazione italiana biliardo sportivo) riconosciuta dal Coni ed erano in programma, in seguito, degli eventi agonistici che avrebbero coinvolto anche i soci che, nel giorno del blitz, erano insieme nel circolo – sede de “Il pallino”.

La Prefettura, inoltre, ha notato e annotato come l’Avvocatura dello Stato avesse deciso, dopo aver valutato la situazione, di non impugnare la sentenza del giudice di pace e ha evidenziato come in generale il quadro interpretativo sulle violazioni della normativa Covid-19 sia  a tutt’oggi nel complesso incerto.

Di qui l’archiviazione deo verbali di contravvenzione emessi dalla polizia locale di Francavilla Fontana “al fine di evitare condanne alle spese in caso di ulteriori soccombenze in giudizio”.

Una decisione, quella della vice prefetta Barozzi – direttrice reggente della III Area “Applicazione del sistema sanzionatorio amministrativo, affari legali, contenzioso e rappresentanza in giudizio” -ch riguarda tutti gli altri atleti de “Il pallino”.

Quella sera del 15 marzo di un anno fa, mentre gran parte della popolazione era a casa, quegli atleti erano insieme nella loro sede non per trasgredire le regole ma semplicemente per allenarsi. Cioè, quanto da loro sostenuto fin dal principio anche nelle dichiarazioni a margine dei verbali redatti dal personale della polizia locale.

Il biliardo è riconosciuto come uno sport professionistico e dunque se calciatori, pallavolisti, cestisti, ecc. di Serie A avevano diritto a esercitarsi seppur con ogni precauzione del caso, a quel punto potevano farlo pure i professionisti del biliardo e di ogni altro sport riconosciuto come tale dalle massime istituzioni sportive: Fibis e soprattutto Coni lo sono. Non erano nel torno ma nella ragione.

Non dovranno sborsare neppure un centesimo per quelle sanzioni emergenziali comminate loro forse un po’ frettolosamente e sulla scorta di una comprensibile preoccupazione legata all’ondata dei contagi da pandemia. 

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