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Non fornì falso alibi alla sua amica: assolta una donna, condanna ribaltata in appello

Ribaltando la condanna di primo grado ad un anno e quattro mesi di reclusione inflitta dal Tribunale di Brindisi, la Corte d’Appello di Lecce ha assolto una sessantenne della provincia della BAT accusata di avere reso falsa testimonianza in un processo penale.

La donna era finita a processo in quanto sospettata di avere fornito un falso alibi ad una propria amica, affermando che il giorno in cui sarebbe avvenuto un tentativo di speronamento sulla SS 7 la stessa si trovava in compagnia della presunta autrice del fatto presso un ufficio giudiziario di Lecce e che in quella occasione aveva anche conosciuto un avvocato, che presumeva fosse quello presente in aula al momento della deposizione, il quale però successivamente era emerso trovarsi altrove.

Da qui l’accusa di falsa testimonianza e la condanna in primo grado.

L’avvocato Attanasi

La Corte D’Appello di Lecce (Presidente ed estensore Lariccia, a latere Toni e Biondi) ha invece accolto i motivi di impugnazione condividendo  la tesi difensiva della donna, assistita dall’Domenico Attanasi – studio Open di Francavilla Fontana, secondo la quale la stessa non si era espressa in termini di certezza circa l’avvenuta conoscenza di uno specifico professionista,  ma solo in termini generici e dubitativi, avendo in realtà affermato di avere conosciuto un avvocato che presumeva fosse quello in questione, ma senza esprimersi  con certezza in ordine alla sua identità.

A parere della difesa tale modalità di prospettazione, meramente ipotetica, era tale da escludere in radice il reato di falsa testimonianza. 

La Corte ha pertanto assolto l’imputata con sentenza già divenuta irrevocabile e scritto la parola fine ad un calvario giudiziario iniziato nel 2016.

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