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Sindaco e assessori replicano Rete Imprese: “Non si può prescindere dalla regolarità delle procedure, nostro operato totalmente regolare, ecco perché”

Di seguito una nota del sindaco di Francavilla Fontana Antonello Denuzzo e degli assessori Nicola Lonoce (Urbanistica) e Domenico Magliola (Attività produttive) in risposta alle critiche mosse nei giorni scorsi all’Amministrazione da parte di Rete Imprese “Villa Franca”:

“Rete Imprese Villa Franca” non è nuova a comunicati immotivatamente critici nei confronti di questa Amministrazione. In passato abbiamo ritenuto di non replicare, ma in quest’ultima occasione non possiamo esimerci.

Non è in discussione il rispetto per tutti i cittadini, per i soggetti organizzati della società civile e naturalmente anche per gli imprenditori, in quanto tutti portatori di interessi privati che sono tasselli dell’interesse collettivo che chi amministra una Città è tenuto a considerare e se possibile  – nei limiti imposti dalla legge e dalla razionalità  – a soddisfare.

Tuttavia vi è un limite che non siamo disposti a superare, ossia quello della correttezza e della trasparenza dei procedimenti.

Dal momento che secondo “Rete Imprese Villa Franca” gli incontri susseguitisi dalla loro costituzione ad oggi con l’Amministrazione Comunale non hanno sortito l’effetto sperato, ossia quello di comprendere la complessità delle attività che abbiamo posto in essere e quel che resta da fare per rimediare allo scempio sedimentato nel corso dei decenni nella zona PIP, approfittiamo dell’ultimo, improvvido, comunicato per chiarire anche per iscritto.

Dal nostro insediamento abbiamo dovuto fare i conti con una sentenza del Consiglio di Stato che ha demolito due varianti farlocche adottate negli anni precedenti, con il mancato completamento dell’iter del Piano Insediamenti Produttivi attraverso la finalizzazione degli espropri, con la scadenza del vincolo espropriativo, non più reiterato dal 2013, con un’aura di opacità sulle basi giuridiche in forza delle quali i privati proprietari delle aree hanno potuto dividere i terreni vendendoli a diversi acquirenti (tecnicamente “lottizzazione”) senza accordo con il Comune, con il mancato interessamento per la riperimetrazioni dei vincoli sovraordinati, con la circostanza che, non essendosi mai proceduto agli espropri, gli oneri di urbanizzazione sono rimasti in larga parte in capo al Comune, mentre le imprese ne hanno disposto per cifre irrisorie, con la mancata sdemanializzazione delle strade vicinali che ancora oggi, cartograficamente, tagliano intere parti della zona, con la consentita realizzazione di opifici strabordando i confini della zona o, addirittura, occupando porzioni di piano destinate alla viabilità, e potremmo continuare per ore.

Problematiche stratificate nel corso di 40 anni (non 25) che si pretendeva noi risolvessimo in una legislatura.

Abbiamo posto rimedio alla variante, consentendo l’insediamento di attività che prima non erano consentite.

Oltre al tema variante, gli uffici sono al lavoro da settimane per porre rimedio alle criticità sopra evidenziate, dalla viabilità alla sdemanializzazione, dalle riperimetrazioni allo studio delle varie ipotesi consentite dalla legge per favorire processi insediativi attraverso gli espropri, criticità che impediscono uno sviluppo armonico della zona PIP. Ma non è un lavoro semplice e chi dovesse sostenere il contrario sarebbe in evidente malafede.

Più in generale abbiamo delineato un percorso che è stato ampiamente illustrato ai referenti di “Rete Imprese” nel corso delle riunioni che hanno richiesto ed ottenuto con il sindaco, gli assessori ad attività produttive e urbanistica ed il dirigente di urbanistica e SUAP.

Viene da chiedersi dove fossero questi solerti imprenditori nei 40 anni precedenti, dove fossero quando è stato consentito questo scempio urbanistico, quando è stato consentito l’insediamento a macchia di leopardo senza pensare alla viabilità ed alle opere di urbanizzazione primaria e secondaria.

Senza girarci intorno, stiamo lavorando a risolvere i problemi creati da altri, alcuni dei quali tra gli ispiratori di alcune dichiarazioni pubbliche di “Rete Imprese”, problemi in alcuni casi creati da chi ha avuto interesse a speculare sulla vendita a peso d’oro dei terreni.

Infine è del tutto incomprensibile il riferimento all’Intermodale.

E’ falso che l’Amministrazione eserciti qualsivoglia resistenza a concedere in locazione la struttura.

In primo luogo è stata questa Amministrazione e nessun’altra prima a ipotizzarne il riuso attraverso un bando di affidamento in locazione.

In secondo luogo non è prevista alcuna “elargizione”, semmai il pagamento di un corrispettivo che tecnicamente si definisce “canone di locazione”.

Infine non vi è alcun aggiudicatario di una procedura ad evidenza pubblica, dal momento che la stessa, lo scorso anno, andò vacante.

Il Comune di Francavilla Fontana ha pubblicato in data 23 febbraio u.s. un bando per “consultazione preliminare di mercato del Centro di Carico Intermodale”, verso cui ha manifestato interesse una sola impresa. Sulla base di questa consultazione, alla quale per legge non può seguire l’affidamento di un bel niente, l’Amministrazione ha pubblicato nei giorni scorsi un bando di gara aperto per l’affidamento in locazione della struttura, al quale potranno partecipare tutte le imprese interessate che abbiano i requisiti.

Quindi anche in questo caso, nessuna “resistenza”, nessuna “amministrazione che tarda a concedere le relative autorizzazioni”, perché, al momento, non esiste alcun aggiudicatario del bando di gara appena pubblicato.

Un’ultima annotazione: da tempo si favoleggia di queste migliaia di posti di lavoro che fantomatici imprenditori sarebbero disposti a creare in zona PIP.

Al momento non è depositato presso il Comune alcun progetto o alcuna richiesta legittima che dimostri quanto affermato da “Rete Imprese”. Non vorremmo che qualcuno stesse cercando, indebitamente, di frapporsi tra questi potenziali, sia pur fantomatici, investitori, e la Pubblica Amministrazione, per fini che non osiamo immaginare.

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