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Dura omelia del vescovo, che invoca le vere tradizioni e ripudia quelle mondane. Consiglieri e Giunta non gradiscono, via dalla processione

di Eliseo Zanzarelli

È stata una festa decisamente in tono minore quella di ieri in onore del santo patrono di Oria e protettore della Diocesi San Barsanofio: poco contorno e, qualcuno sostiene, più fede.

Una festa patronale che sarebbe potuta tornare ai suoi consueti fasti del periodo pre – pandemico, ma così non è stato: riti religiosi rispettati, ma niente cassa armonica, niente luminarie in piazza, niente fuochi pirotecnici, scarsa illuminazione solo a ridosso di piazza Lorch e di Porta Manfredi, giusto qualche bancarella, percorso cambiato e – di fatto – poco gradito un po’ da chiunque.

Inoltre, a seguire il corteo religioso – a qualcuno non piace il sinonimo “sfilata” – quale rappresentante politico-istituzionale vi era soltanto la sindaca Maria Lucia Carone. Nessun consigliere né i componenti della Giunta.

La loro decisione di disertare è maturata esattamente dopo l’omelia del vescovo Vincenzo Pisanello durante il consueto pontificale in basilica, prima dell’uscita della processione.

Il presule è stato molto duro nei confronti di coloro i quali nei giorni scorsi hanno mosso critiche nei confronti suoi e degli organizzatori della festa civile. In sostanza, anche con delle citazioni dai testi sacri, ha richiamato i fedeli a un maggior rispetto del culto reale e principalmente spirituale ed esortato a ripudiare altre tradizioni per così dire mondane, che nulla c’entrerebbero con il vero culto.

Per leggere l’intera omelia clicca qui.

Insolitamente risentito, monsignor Pisanello ne ha avuto un po’ per tutti: cittadini, politici e persino giornalisti che si sono interessati a un caso più unico che raro nella storia della festa patronale, tra pensamenti, ripensamenti e scarse disponibilità economiche che hanno messo in difficoltà il Comitato (non ufficialmente costituito).

Qualcuno ora si chiede se il richiamo agli antichi valori e le invettive contro gli ipocriti scribi e farisei varranno anche in occasione delle prossime – talora scintillanti – feste patronali in programma. O se, in quel caso, il capo della Diocesi sarà disposto a chiudere un occhio ovvero due dinanzi alla legittima eppur gradevole opulenza mista a sincera fede. Perché, in fondo, a pensarci bene, non è che per forza una cosa debba escludere l’altra…

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