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Omicidio Stasi, gli indagati salgono a cinque: chi gli sparò e perché? Pista privilegiata: stupefacenti

Sono trascorsi quasi quattro mesi dalla morte di Paolo Stasi, 19 anni, freddato con due colpi di pistola dal piccolo calibro proprio sotto casa sua il 9 novembre 2022 – era un mercoledì – intorno alle 17.30 in via Occhibianchi a Francavilla Fontana. Le indagini non sono ancora chiuse e spunta un’indiscrezione: gli indagati, nel frattempo, sarebbero almeno cinque.

I carabinieri della Compagnia di Francavilla Fontana e del Nucleo investigativo di Brindisi, coordinati dalle Procure ordinaria di Brindisi e per i Minori di Lecce, non hanno mai smesso di lavorare a un caso che scosse l’intera comunità francavillese. La pista privilegiata resta quella degli stupefacenti, perché della droga leggera – marijuana – sarebbe transitata dall’abitazione nella quale Paolo, dopo essersi diplomato all’Alberghiero di Ceglie Messapica e in cerca di occupazione, ancora viveva con i suoi cari. Il termine per la chiusura delle indagini preliminari scade, salvo proroghe, tra due mesi.

Quel giorno, Paolo scese in strada in tuta e ciabatte e, nell’aprire la porta, si trovò faccia a faccia con quello che sarebbe stato il suo assassino o meglio il suo esecutore. Qualche istante e spirò. S’indaga quindi a tutt’oggi nella cerchia delle sue frequentazioni e dei suoi presunti “affari”, perché prima o poi il cerchio dovrà essere chiuso sebbene – e il tempo trascorso lo dimostra – nulla sia stato e sia ancora facile.

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