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Feto morì all’ottavo mese di gravidanza, ginecologa non responsabile: archiviazione. Era stata denunciata dai genitori del piccolo

Non fu colpa sua se il feto morì prim’ancora di nascere. Sua mamma era all’ottavo mese di gravidanza. E’ stato archiviato dalla gip del Tribunale di Brindisi il procedimento a carico di una ginecologa che fu denunciata dai genitori del nascituro a fine luglio 2022. Sorsero delle complicazioni durante la gestazione, problemi scoperti durante uno dei periodici controlli in ambulatorio. La dottoressa avrebbe detto alla coppia che il bambino presentava problemi nella nutrizione, ma di non preoccuparsi eccessivamente. Di giorni ne trascorsero tre e il feto era immobile, così mamma e papà corsero in ospedale a Francavilla Fontana. Qui la situazione apparve subito disastrosa e dal pronto soccorso fu disposto il ricovero in reparto. Non ci fu però nulla da fare: era il 18 luglio 2022 e quel bimbo non emise il suo primo vagito. La coppia, residente nel Tarantino, decise di denunciare la ginecologa solo qualche giorno più tardi – era il 27 luglio – ipotizzando una sua colpa medica. Il caso fu preso in carico dalla Procura di Brindisi e in particolare dal sostituto procuratore Giovanni Marino, che nominò un consulente tecnico per meglio comprendere cosa fosse accaduto.

L’avvocato Domenico Attanasi

Nel frattempo, il direttore sanitario del Cambelingo dispose l’autopsia sul corpicino, che fu effettuata al Perrino di Brindisi. Intanto, la professionista indagata indicò quale suo legale Domenico Attanasi dello Studio Open Avvocati, il quale a propria volta fece riferimento al professor Pantaleo Greco, ordinario di Ostetricia e Ginecologia all’Università di Ferrara. Il consulente del pubblico ministero giunse alla conclusione che il problema del feto – una “ipossia acuta instauratasi a seguito di patologia ostruttiva del funicolo ombelicale dovuta alla iperspiralizzazione del cordone” – fosse un qualcosa di raro e difficilmente diagnosticabile. Inoltre, la ginecologa aveva rispettato ogni linea guida professionale. Di qui la richiesta di archiviazione e l’accoglimento della stessa, lo scorso 9 marzo, da parte della gip del Tribunale di Brindisi Stefania De Angelis. La dottoressa non ebbe alcuna responsabilità in quella giovanissima morte.

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