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Ipotesi incompatibilità per alcuni dei consiglieri eletti a Francavilla: avrebbero debiti col Comune

di Eliseo Zanzarelli

Si apre un piccolo caso, per quanto risolvibile, a Francavilla Fontana nel post elezioni che hanno condotto alla riconferma al primo turno del sindaco Antonello Denuzzo.

Una manciata di consiglieri eletti nel prossimo Consiglio comunale, vicino alla proclamazione, avrebbe delle incompatibilità proprio in relazione al Comune che dovrebbe servire. Si parla di questioni che probabilmente si sarebbero potute risolvere a monte e che invece ora dovranno necessariamente essere risolte a valle: incarichi professionali e anche qualche debito, in alcune situazioni parrebbe neppure esiguo. Gli uffici comunali hanno effettuato i loro controlli e sarebbero emerse delle criticità. Nulla di eccessivamente grave, ma che evidentemente non si sapeva al momento delle candidature. Le questioni parrebbero risolvibili nel caso in cui gli interessati e le interessate le rimuovessero a stretto giro, precisamente entro dieci giorni dal momento in cui saranno eventualmente mosse le contestazioni. Sembrerebbe nulla d’irrisolvibile, quindi, ma qualcosa che andrebbe affrontato prima di passare oltre e cioè di proclamare in surroga i primi dei non eletti, sia uomini che donne.

Piccoli problemi da risolvere dei quali qualcuno probabilmente chiederà legittimamente conto per saperne di più, nell’ottica di un approfondimento generale. Come funziona ora? Potrebbe, come detto, essere avviata una procedura da parte del Comune ed entro dieci giorni dalla diffida i consiglieri coinvolti potrebbero essere costretti in qualche modo a sanare le rispettive posizioni.

La normativa parla chiaro: non si possono avere conti aperti con l’ente di cui si fa parte, per giunta se democraticamente eletti. Sia chiaro che tutto potrebbe sgonfiarsi nei prossimi giorni o mesi e che il risultato elettorale, secondo giurisprudenza consolidata, resta comunque cristallizzato al 15 maggio scorso. Non è in dubbio in alcun modo la rielezione di Denuzzo né la restante parte del risultato elettorale, ma questo piccolo “caso” potrebbe dare la stura a una riflessione generale sulle candidature e sui controlli ex post anziché ex ante sulle cause di incompatibilità di chi si propone per rappresentare la comunità al cospetto dell’elettorato.

Le posizioni aperte e prese in considerazione sarebbero meno di dieci e dunque in futuro potrebbero essere rese note ai diretti interessati, fra i quali nomi illustri della politica e dell’amministrazione locale. Per candidarsi o, meglio, per esercitare le funzioni per le quali ci si candida è necessario che l’ente per il quale ci si candida non abbia alcunché a pretendere da chi si candida. Altrimenti si versa in un conflitto d’interessi teoricamente punibile persino con la decadenza. Un passo tuttavia ancora lontano e solo ipotetico in questa circostanza specifica.

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