Palma d’argento al merito tecnico. Un prestigioso riconoscimento da parte del presidente del Coni Giovanni Malagò per Michele Manelli, 74 anni, impiegato dell’Ufficio tecnico di Francavilla Fontana in pensione e per tantissimi anni appassionato e istruttore federale di tiro a volo (una passione trasmessa anche ai suoi figli, Donato e Umberto, oltre che a suo nipote) per più di 30 anni. Manelli è stato premiato nel corso del gran galà dello sport tenutosi ieri (25 novembre) a Bari, nell’auditorium della guardia di finanza. La passione di Manelli per il tiro a volo cominciò nel 1980, quando fondò la società “Diana”.
Nel 1982 la svolta, con un corso per istruttori Fitav al Centro di formazione olimpica Tirrenia. Nacque da lì, nei primi anni ’90, la prima Scuola di tiro a volo della Puglia. Mauro De Filippis, tanto per dire, è stato un suo allievo, ma ce ne sono stati tanti altri di caratura non soltanto nazionale.
Già nel 2012 Manelli ricevette la palma di bronzo al merito tecnico. Quel bronzo, nel frattempo, si è trasformato in argento. “Anche se s’insegna per una vita, non si smette mai d’imparare”, questo il suo motto. Carlo Danna, uno dei suoi maestri, glielo disse a suo tempo: “Tendi sempre alla perfezione. Poi, per raggiungerla, c’è tempo”. E chissà che un giorno l’argento non diventi oro. Mai dire mai, nonostante qualche acciacco che fa parte delle natura e delle cose.
Di sicuro, Manelli è eccellenza in uno sport che a suo tempo non si filava quasi nessuno ma che ormai – a seguito delle ribalte olimpiche – è nell’immaginario collettivo qualcosa di bello, difficile, unico. Come quei pochi che ci scommisero, mettendoci l’anima, già tanti anni fa. Da perfetti signor nessuno. Ma si sa, a volte, il tempo è galantuomo.
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