Circa dieci milioni d’investimento, 60 nuove assunzioni o giù di lì. La conferenza dei servizi tenutasi venerdì scorso su Villa Carissimo o “delle 100 stanze” – perché, contandoli, gli spazi sarebbero proprio cento – ha dato esito positivo: nulla osta, per quanto condizionato, al recupero di quella che fu la dimora estiva dei nobili di Oria, già proprietari del castello, a due passi dal Santuario di San Cosimo alla Macchia.
Alla conferenza dei servizi preliminare sincrona – in presenza via videoconferenza – hanno partecipato Zes Unica, Soprintendenza e Comune di Oria (con il responsabile del Suap Glauco Caniglia e gli architetti Luigi Cappelli e Antonio Dattis). Nei giorni scorsi, la Commissione paesaggistica comunale aveva dato parere favorevole, così come altri pareri sostanzialmente favorevoli sono stati espressi per iscritto dalle altre autorità che – di fatto – hanno preso parte alla conferenza.



Nell’estate 2023, una società italiana (finanziata anche con capitali turchi) ha sottoscritto un contratto preliminare condizionato alla fattibilità del progetto e proposto che proprio in quel punto – tra le campagne sterminate a Sud di Brindisi – sorgesse un resort di lusso (con piscine) immaginato come tra i più suggestivi del Salento. Il tutto, senza una sostanziale alterazione dello stato dei luoghi.
I futuri proprietari si sono affidati a uno studio di architettura qualificato di Milano – Spagnulo & Partners” – per metter già l’elaborato progettuale che mira a “valorizzare il patrimonio culturale e architettonico del territorio, offrendo agli ospiti un’esperienza di soggiorno in un contesto unico e suggestivo” e che – nelle intenzioni dei proponenti – possa contraddistinguersi per qualità dei servizi, ospitalità di alto livello e ogni comfort.
I fruitori non mancherebbero certamente, così come non mancherebbero i posti di lavoro. Per rendere uitilizzabile la struttura serviranno non meno di dieci milioni di euro, al netto dell’acquisto ed esclusi, ovviamente, i successivi contratti per la manodopera.
La società si è comunque detta ben predisposta a osservare le prescrizioni impostele dalle autorità che hanno preso parte alla conferenza dei servizi convocata dalla Zes Unica. Il procedimento, insomma, può andare avanti e – se tutto continuerà a procedere come previsto – nei prossimi anni tra Oria, Torre Santa Susanna ed Erchie potrebbe sorgere una struttura ricettiva di tutto rispetto che, nelle intenzioni di coloro i quali intendono realizzarla, nulla avrebbe da invidiare ad altre realtà omologhe presenti non solo nel Salento ma anche in altre parti della regione (si pensi, su tutte, a quelle che spopolano dalle parti di Fasano o comunque nel basso Barese).
Il sogno che si fa man mano più concreto, infatti, è quello di trasformare in realtà tangibile l’idea di un resort extra-lusso – appetibile soprattutto a stranieri, meglio se facoltosi – nel cuore dell’agro e a due passi da un Santuario molto frequentato qual è quello di San Cosimo alla Macchia in quel di Oria (luogo di culto in realtà, dedicato a tutti i Santi Medici).
La “villa delle 100 stanze” fu negli anni belli dei conti Martini Carissimo – fino a circa metà del ‘900 – un luogo di villeggiatura che comunque dette da lavorare a centinaia di operai e operaie locali, perlopiù braccianti e servitù.
Dalla conferenza dei servizi – com’era del resto prevedibile – è emersa la necessità di qualche adeguamento paesaggistico ma fondamentalmente è emerso come quell’idea progettuale sia tutt’altro che irrealizzabile, poiché non in contrasto col rispetto del territorio.
Insomma: tendenzialmente, si può fare. Non dall’oggi al domani ma coi dovuti passi istituzionali e burocratici, fra qualche anno quel resort potrebbe dunque vedere la luce. E forse, con essa, si aggiungerebbe un tassello allo sviluppo turistico di un territorio mortificato nel tempo più di quanto effettivamente meritasse.