È scomparso l’altro ieri all’età di 72 anni Damiano Fella, il parrucchiere dei vip partito da zero (o forse anche da meno uno) e per davvero fattosi da solo. Al suo funerale in duomo, a Vercelli, c’è il rischio che i posti non siano sufficienti: in tantissimi, anche nomi noti, vorranno tributargli l’ultimo saluto. Niente fiori né manifesti cimitero (ha preferito farsi cremare) né ritorno nella terra natia.
E pensare che Fella – Giovanni, Nino o “Ciccarone” per familiari e amici del Sud – era praticamente nessuno. La sua incredibile storia comincia a Oria nel 1952: famiglia di contadini, ultimo di sei figli – tutti maschi – si diplomò all’Istituto nautico (meccanico navale) e poi si arruolò in Marina. Fece i suoi tre anni di ferma volontaria, ma non rinnovò il suo impegno militare.
Ai suoi cari disse di averlo fatto, ma in realtà si congedò e andò a vivere a Milano. Per mantenersi – tra il ’74 e il ’75 – lavorò in alcune trattorie nei pressi di piazza Duomo: una di esse si chiamava “Trattoria della Mamma” ed era molto particolare, ci camminavano delle tartarughe e i pasti erano serviti in dei vasi da notte in terracotta; fu poi la volta della “Trattoria dei vini pugliesi”, dove incontrò altri oritani (Daniele e Torino, suoi amici per sempre) che si resero disponibili a offrirgli ospitalità. Il genio giunse quasi all’improvviso: perché, coi soldi delle trattorie, non frequentare una scuola e diplomarsi parrucchiere? In fondo, Milano era già allora la capitale fashion d’Italia e forse del mondo.

Così s’iscrisse a un corso qualificato per coiffeur: era l’unico uomo in mezzo a tante donne. La sua presenza sembrò quasi folle, ma era soltanto figlia di una visione. Perché sì, Damiano Fella era ed è sempre stato un visionario: in quel settore aveva già intravisto il suo futuro e un’opportunità di crescita. Si diplomò parrucchiere e anche in questo caso partì dal basso, sognando in grande. Cominciarono le sfilate, gli eventi, i viaggi dentro e fuori l’Italia.
Conobbe la sua futura moglie ed entrambi si trasferirono a Vercelli in Piemonte, dove aprirono due saloni molto noti e frequentatissimi anche dai vip che si spostavano a Vercelli proprio per andare a trovare e farsi acconciare da Damiano, che apprezzavano anche per il suo carattere gioviale e sempre scherzoso. La cifra del personaggio e la sua fama, tra l’altro, sono confermate da semplici ricerche su Google: Fella era notissimo e molto più che apprezzato.
Ha avuto due figli, Luca e Francesco, che hanno seguito le orme ingombranti del padre. Francesco fece un’esperienza in Spagna a Barcellona, poi con la sua compagna ha aperto un importante salone in Toscana, a Lucca. Non era affatto scontato vi riuscisse, ma colui che partì dalla campagna di Oria (cui comunque è rimasto legato) coi due soprannomi “Nino Ciccarone” realizzò in Italia il suo sogno americano e lo fece grazie a una scaltrezza, a un intuito e una maestria senza pari.
Oggi lo piangono in tanti, quando se ne andò lo conoscevano in pochi e quei pochi – familiari compresi – lo sapevano in Marina. Nessuno immaginava avrebbe potuto scrivere per sé una storia così incredibile e bella, fino alla fine. E anche alla fine aveva pensato: senza fiori, messaggi funebri e lapidi; solo una santa messa, poi la cremazione. Ok il ricordo, ma per carità: quanta meno tristezza possibile. La fine terrena di un uomo e un professionista fattosi veramente da sé: partito dal niente e andatosene con stile; anche nella morte.