Lutto ma principalmente preghiera per accompagnare l’anima di Francesco alla casa del Padre. Questo il senso delle veglie tenutesi nella giornata di ieri un po’ in tutte le chiese principali della Diocesi di Oria, come nella basilica cattedrale della Diocesi e nella basilica del Santissimo Rosario a Francavilla Fontana. Nella Città degli Imperiali si è appena usciti dal periodo – particolarmente sentito – della Settimana Santa e la morte del Papa ha rappresentato uno choc dopo la felicità della Pasqua.
Il rettore della chiesa madre francavillese, monsignor Alfonso Bentivoglio, e il priore della Confraternita del Santissimo Sacramento, Euprepio Di Noi, hanno chiamato a raccolta i fedeli che – a decine – hanno risposto: presente. Numerosa la partecipazione nella Collegiata, ancora addobbata per la Resurrezione di Cristo ma già alle prese con la dipartita del successore di Pietro.
Qui di seguito le parole – oltre alle immagini – di solo alcuni tra chi ha deciso di esserci, nonostante gli impegni seguiti alla Pasquetta. «Questo papa è stato uno dei più grandi papi, che si è persino umiliato con i potenti del mondo per impedire guerre, stragi e catastrofi: io ritengo che Sua Santità abbia voluto fino alla fine mostrare al mondo intero, nonostante la sofferenza, quanto fosse legato agli ultimi, agli umili, ai bambini e forse ora più di qualcuno dovrà rimpiangerlo, compresi quei potenti del mondo che a volte ne hanno snobbato gli appelli», ha commentato Lorenzo Di Brindisi.





Damiano Tamburrano ha, invece, per così dire “giustificato” con queste parole la sua presenza in chiesa: «Per me, papa Francesco è stato un papa capace di rivoluzionare non solo la Chiesa, ma tutto il mondo ecclesiastico, rendendolo per come lui intendeva la Chiesa: umile, povero ma allo stesso tempo forte e sapiente».
Oronzo Lupo ha a propria volta tenuto a esserci e a giungere le mani in segno di preghiera e anch’egli ha sempre avuto un debole per papa Francesco: «Credo sia stato un degno successore di Pietro, ci ha fatto riflettere molto in special modo con l’enciclica Fratelli Tutti, un’opera che personalmente mi ha veramente aperto gli orizzonti verso alcune cose che prima, diciamo, reputavo fini a se stesse. Quindi devo a lui un arricchimento spirituale ma anche culturale».












«Da ieri mi sento orfana di un padre, di una figura che è stata garante, unica persona a cui interessava davvero la pace e, per quanto mi riguarda, per ciò che ho potuto vivere anche per il mio operato, la persona che più si è spesa a guardare gli emarginati e a non escludere gente già di per sé esclusa dalla società: il gesto della lavanda dei piedi ai detenuti compiuto giovedì, malgrado la sua sofferenza, ha rappresentato un grande gesto di umanità e umiltà. Sono disorientata, ma confido nello Spirito Santo».
Infine, Vito Fusco: «Rispecchiava il padre buono, il Padreterno: con le sue fortezza e sicurezza nella nostra fede ci dava conforto anche nei momenti più difficili e noi, appresso a lui, trovavamo il coraggio di andare avanti. Sì, decisamente un grande papa». E, insomma, per riassumere banalmente il concetto, anche nella Diocesi di Oria l’orientamento è piuttosto chiaro: sì, Francesco santo subito.