Appiccarono loro quell’incendio? Il giudice dice di no: assoluzione piena per i due imputati

Sono stati assolti con formula piena “per non aver commesso il fatto” il 39enne Carlo Micelli, di Cellino San Marco, e il 25enne Andrea Galati, di San Pietro Vernotico. Così ha deciso ieri in abbreviato il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Brindisi Nicola Lariccia, accogliendo le tesi difensive degli avvocati Dario Budano (per Galati) e Giacomo Serio (per Micelli).

La pubblica accusa aveva chiesto per entrambi la condanna a un anno e quattro mesi per “incendio aggravato in concorso”. I due erano stati rintracciati dai carabinieri per via del possesso di due biciclette simili a quelle immortalate da alcune telecamere di sorveglianza.

Ma qual era fatto finito a processo? È presto detto. Il 12 marzo 2022, a tarda sera – poco prima delle 22 – in via Cavour a San Pietro Vernotico presero fuoco, in rapida successione, due veicoli: un’Alfa Romeo 147 (di proprietà di una donna ma in suo al fratello) e un furgone Fiat Ducato di proprietà di un’altra persona parcheggiato nelle vicinanze. Inoltre, quegli incendi danneggiarono la porta d’ingresso di un immobile, la facciata dello stesso un tubo di scolo delle acque piovane e cavi elettrici.

L’incendio fu domato dai vigili del fuoco, ma fu classificato in fase d’indagine come sicuramente d’origine dolosa. Gli incendiari – secondo l’accusa – non si erano posti remore circa il poter arrecare danni anche a cose diverse dal primo veicolo teoricamente da loro preso di mira. I carabinieri della stazione di San Pietro Vernotico ripercorsero, grazie alla visione dei fotogrammi, il percorso di coloro i quali in precedenza – dopo essere giunti sul posto in bici e contromano – avevano cosparso di liquido infiammabile la parte anteriore dell’Alfa Romeo.

Quest’ultimo veicolo sarebbe stato il bersaglio principale del rai, mentre le fiamme a furgone e locale sarebbero stati soltanto consequenziali. Secondo le ricostruzioni, gli attentatori avrebbero percorso via Sant’Antonio, verso via Lecce, poi via Maggiore Toselli, via San Giuseppe e infine via Cavour in corrispondenza del civico 48 dove si sarebbe trovato il presunto obiettivo. Nel corso delle indagini, i militari dell’Arma – coordinati dalla Procura di Brindisi – riuscirono a individuare bici compatibili con quelle immortalate dalle telecamere di sorveglianza nella disponibilità, appunto, di Micelli e Galati.

Così, scattarono i sospetti e i provvedimenti nei loro confronti pur in assenza di un riconoscimento facciale, visivo, totalmente inchiodante. Gli avvocati Budano e Serio hanno sostenuto dapprincipio a processo la totale estraneità oltreché l’insufficienza di prove a carico dei loro assistiti. Una tesi con la quale ha, evidentemente, concordato il gup Lariccia che ieri ha mandato assolti entrambi gli imputati con formula piena. La compatibilità dei modelli dei velocipedi non è stata sufficiente per sostenere una condanna che, nel caso fosse arrivata, sarebbe rimasta dubbia. Se quell’incendio fu sicuramente doloso, ne restano di fatto ignoti i responsabili.

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