Garante detenuti: «La morte anonima di immigrati e clochard. Chi sono le vittime della strada?»

Di seguito una riflessione della dottoressa Valentina Farina, garante delle persone private della libertà persona della provincia di Brindisi, a seguito della morte del 28enne Lamine Barro, senegalese travolto e ucciso intorno alle 23.30 del primo maggio mentre in bici percorreva la strada provinciale Mesagne – San Vito dei Normanni (il suo investitore, inizialmente fuggito, si è costituito ieri mattina in Commissariato):

Valentina Farina

In pochi mesi è drammatico il bilancio dei diversi incidenti mortali e non, che sono stati segnalati a causa del degrado in cui, da tempo, si trovano a vivere i migranti arrivati in Italia nel tentativo di accoglienza e scrittura di nuove narrazioni.

Dare un nome a chi muore in mare, Identificare le salme dei migranti morti affogati nel Mediterraneo non è facile.
Annegati, investiti, precipitati, fulminati, i migranti muoiono tentando di attraversare, oppure si perdono e si feriscono in luoghi pericolosi.
Ancor più raccapricciante gli immigrati che perdono la vita sulla strada. Una distrazione, un’incoscienza, un crimine, qualche volta indotto da alcol o droghe. È un attimo .
Alcune volte ci sono famiglie che li cercano senza trovarli, altre volte sono gli “invisibili” che vivono ai margini della società e che muoiono senza che nessuno ne senta la mancanza.

Lamine Barro

La “tutela degli immigrati sulla strada” nel contesto dei “pirati della strada” si riferisce alla protezione delle vittime di incidenti stradali causati da conducenti che abbandonano la scena del sinistro senza prestare soccorso e fornire le proprie informazioni. La legge italiana punisce il reato di pirateria stradale e, in caso di incidente con un veicolo non identificato, la vittima può richiedere il risarcimento al Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada. 

Si chiamava Lamine Barro, la vittima di questa tragedia, aveva 28 anni. Il 1 maggio festa dei lavoratori, stava tornando da uno dei due lavori che affrontava ogni giorno con impegno, quando ha incontrato la morte sulla provinciale per San Vito dei Normanni.
Un pirata della strada, intorno alla mezzanotte lo ha investito ed è fuggito, lasciandolo sull’asfalto agonizzante per ore, senza che nessuno si fermasse a soccorrerlo.
Lamine viveva a Mesagne in via Rosamarina, una traversa di quella stessa strada spesso percorsa ad alta velocità da automobilisti senza rispetto.
Era arrivato a Mesagne lo scorso dicembre, trasferito dal Centro di Accoglienza Straordinaria Green Garden di Carovigno.

Bracciante agricolo, saltuariamente per sostenere la famiglia in Senegal lavorava in un ristorante nel centro storico di Mesagne.

I suoi spostamenti, come tutti, in bicicletta per la via San Vito per raggiungere il punto d’incontro con chi lo accompagnava in pulmino al lavoro.
Indossava sempre il giubbotto catarifrangente.

Lamine era inserito nel progetto SAI Mesagne di seconda accoglienza, gestito dalla Cooperativa Sociale Rinascita.

Era gentile, affabile e umile.

Si ricorda che già nell’ inverno scorso grazie all’attenzione posta da Comunita’ Africana, un’associazione onlus che ha scelto la linea del volontariato come realtà operativa, nella persona di Drissa Kone, presidente, si erano rappresentate all’attenzione delle istituzioni una serie di condizioni sfavorevoli gli stranieri attualmente ospitati in via Provinciale San Vito provenienti da vari Paesi africani, fra cui Mali, Gambia, Nigeria e Burkina Faso. “Sono tutti braccianti vittime nelle strade, spesso oggetto di percosse, agguati, e in ultimo dei pirati della strada”.

Comunita’ Africana, oltre alla distribuzione di materiale informativo sulla pirateria e su come contrastarla, ha previsto punti di contatto per fornire consigli ai cittadini coinvolti in questi episodi e assistenza alle vittime delle associazioni dei familiari che collaborano con l’iniziativa. Tra le misure previste una campagna di sensibilizzazione e distribuzione di gilet catarifrangenti.

Arrivano in silenzio in Europa, entrano nel circuito di protezione con una serie di analisi dei rischi a fini di sicurezza. Lo stesso silenzio con cui se ne va Lamine, uomo discreto e ai margini.

Ci chiediamo il senso di coscienza di chi Investe una persona e non si ferma! Il ragionamento cede alla semplificazione e nella ridondante comunicazione dei social si diffonde l’odio, che ha un bersaglio sempre più chiaro: il migrante.

In questi spazi, ci si muove con rispetto e pudore. Il Sindaco della città di Mesagne On. Antonio Matarrelli ha espresso in nelle scorse ore il cordoglio della intera comunità.

Ci sono luoghi in cui i migranti sono anche privati del diritto ad esistere, ad essere riconosciuti come persone.

Il rimpatrio di un corpo di un migrante è altrettanto una procedura complessa che riguarda la traslazione di una salma dal Paese di decesso al Paese di origine del defunto.

L’invito alle forze dell’ordine, a tutti i comuni di competenza in quanto a la sicurezza stradale, è di effettuare una stretta sui “pirati” affinché si costituisca un osservatorio che vigilino su fatti accaduti o segnalati sulla via Provinciale San Vito, con una revisione delle infrastrutture stradali per garantire maggiore visibilità e sicurezza.
Pista pedonale e ciclabile segnata da percorso protetto o comunque riservato alle biciclette, dove il traffico motorizzato è generalmente escluso.

Sempre nel rispetto del principio della tutela dei diritti umani.

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