Preoccupa inquinamento da micro-polveri: sforamenti e divergenze tra maggioranza e opposizione. «Necessario fare di più e meglio»

Nei primi quattro mesi del 2025 – dato aggiornato allo scorso 2 maggio – Francavilla Fontana ha fatto registrare coi suoi 15 sforamenti un record regionale poco lusinghiero coi picchi di Pm10 persino superiori a quelli del quartiere Tamburi di Taranto, che ospita lo stabilimento ex Ilva. “Polveri, fumo, microgocce di sostanze liquide in sospensione nell’atmosfera sotto forma di particelle microscopiche, il cui diametro è uguale o inferiore a 10 µm (10 millesimi di millimetro)”.

Queste sono le pericolose particelle Pm 10. Il livello di concentrazione di queste polveri sottili aumenta quando al traffico veicolare si aggiungono le emissioni derivanti dall’accensione degli impianti di riscaldamento, in modo particolare quelli alimentati a biomasse legnose. Si tratta d’insospettabili e scientifici dati forniti ogni quattro mesi da Arpa, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, rilevati da centraline presenti comune per comune: per la Città degli Imperiali, la centralina principale – prima ce n’erano diverse altre – è collocata nella scuola elementare del quartiere Peraro.

Gli sforamenti nella Città degli Imperiali sono già da “alert” rispetto a quelli consentiti in un anno: 35. Finora ce ne sono già stati 15, ed è tanto. A volte, come lo scorso 17 gennaio, sono persino stati raggiunti i 117 µm (microgrammi) per metro cubo a fronte di un limite massimo fissato in 50 µm giornalieri.

Quelle micro-polveri, tornando all’oggetto del problema, vengono quotidianamente respirate da ciascuno e possono causare, per l’appunto, problemi alle vie respiratorie. Non la prima volta per la Città degli Imperiali, dove negli ultimi due anni d’inverno il sindaco Antonello Denuzzo ha inibito l’uso di caminetti e stufe per arginare, almeno in parte, il problema. Sul dato incidono, vi è da dire, anche le correnti sahariane, che a quanto pare portano con sé delle componenti inquinanti. Ridurre l’impatto inquinante di caminetti, stufe, correnti e traffico – sì, il famigerato traffico – non è stato sufficiente; così come non sono bastate tutte le varie contromisure adottate nel frattempo adottate dall’amministrazione, comprese quelle inerenti la cosiddetta mobilità sostenibile.


Così il sindaco Denuzzo: «Arpa Puglia ci ha spiegato che questi dati non sarebbero particolarmente allarmanti, ma la concentrazione è da tenere in considerazione ma si potrebbe spiegare con il posto in cui nella città è ubicata l’unica centralina di Francavilla, ad alta densità abitativa e nella quale molte abitazioni potrebbero disporre di caminetti di vecchia generazione che possa incidere su quei rilievi».

Per il vice sindaco Domenico Attanasi, il dato sta a significare che molto è stato fatto in termini di ambiente ma che molto ancora resti da fare: «Le politiche di mobilità sostenibile non risolvono da sole il problema dell’inquinamento, certo. Ma rappresentano un passo indispensabile in un percorso più ampio che deve vedere coinvolti cittadini, istituzioni e imprese. Ignorare questi segnali, o addirittura promuovere modelli opposti, significa non volere il bene della nostra città, della nostra salute e di quella dei nostri figli».


Di parere diverso le opposizioni, come Fdi col capogruppo Michele Iaia: «Le soluzioni adottate in sette anni di amministrazione Denuzzo sono tutte volte a penalizzare senza criterio l’uso dei mezzi privati, con risultati catastrofici per l’ambiente e la buona vivibilità della città. Si moltiplicano le auto in circolazione per la ricerca spasmodica di parcheggi che non esistono; il flusso veicolare – specie in alcuni momenti della giornata – diventa critico perché la viabilità è penalizzata da scelte improvvisate e dettate unicamente dal “furore del percepito”; tanti veicoli fermi incolonnati rendono malsana l’aria ed invivibile per i residenti e per chi è di passaggio…».

Critico anche Alessio Curto (Fi): «I livelli di Pm 10 si prestano a due diverse interpretazioni: o quei livelli non sono dovuti esclusivamente al traffico ma anche all’uso del carbone e dei caminetti accesi, e, quindi, sarebbe oltremodo scorretto e fuorviante “incriminare” gli automobilisti; oppure ancora, se effettivamente la causa principale di tale inquinamento dovesse essere il traffico veicolare, questa sì che sarebbe la lampante dimostrazione di una fallimentare mobilità sostenibile portata avanti da ben sette anni dall’amministrazione Denuzzo». 

Non è stato fatto abbastanza. Su quest’aspetto sembrano tutti – grossomodo – d’accordo.

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