La strada vicinale Belloluogo, di collegamento tra le provinciali Oria – Francavilla e Oria – Ostuni (strada vecchia per Francavilla), è a tutti gli effetti una strada pubblica in quanto gravata da molto tempo da una servitù che, negli anni, ha consentito al Comune di manutenerla e di renderla in effetti fruibile a ciascuno.
Così ha deciso nei giorni scorsi il giudice monocratico del tribunale di Brindisi Stefano Marzo, pronunciatosi su di un’orma storica questione insorta – nientemeno che nel 1991 – tra alcuni degli eredi di un fondo rustico con fabbricati e, appunto, il Comune.


Oggetto del contendere, la classificazione di quella strada prima come vicinale, poi come comunale. Secondo gli attori, l’ente non avrebbe dovuto appropriarsi di un qualcosa ancora appartenente ai privati e, anzi, avrebbe dovuto risarcirli con 100 milioni di lire o più oltre ad accollarsi le spese.
Questione più complessa di quanto appare e che infatti nei decenni è rimbalzata – per ragioni attinenti la competenza sulla materia del contendere – in più aule di giustizia: Tar, tribunale ordinario, di nuovo Tar, Cassazione, infine nuovamente tribunale ordinario (che ha giudicato come sopra).
Una pronuncia di primo grado – come tale, appellabile – che però per la prima volta fuoriesce dalla procedura e concerne il merito della contesa.
La cosa è stata accolta con favore dall’assessore ai Lavori pubblici Domenico D’Ippolito, che ha così commentato: «La strada vicinale Belloluogo non è cosa di pochi, ma appartiene alla comunità, in quanto a servizio della stessa. Questo è quanto disposto dal Tribunale di Brindisi, con sentenza del 04/05/2025, che ha rigettato tutte le domande degli attori che ne rivendicavano la esclusiva proprietà.
Pur sapendo che è una pronuncia di primo grado, che potrebbe essere modificata o revocata in ulteriori gradi di giudizio, costituisce un grande riconoscimento per la nostra amministrazione che, dopo anni di silenzi, senza alcuna esitazione, ha eseguito il rifacimento dell’intera strada, restituendo dignità ai cittadini di contrada Belloluogo, per anni dimenticati e abbandonati al loro destino».