Giornata mondiale della fibromialgia: una malattia diffusa ma “inesistente”, giornata di sensibilizzazione per livelli essenziali di assistenza

Oggi (12 maggio) ricorre la Giornata mondiale della fibromialgia e a Latiano si terrà una giornata ad hoc per conoscenza e sensibilizzazione a partire dalle ore 19: intanto, un corteo con maglie viola a partire da via Grimaldi 26; poi l’arrivo in piazza Bartolo Longo con gli interventi del sindaco Cosimo Maiorano e della presidente dell’associazione “Uniamoci” (organizzatrice dell’evento) Amelia Pisani. Seguirà una cena a base di piatti tipici locali e vini biologici del territorio a Tenute Bellamarina (nell’omonima contrada, a Torre Santa Susanna) con la presentazione dei medici associati – tra i quali anche i quali anche la neurologa-psicoterapeuta Vincenza Pinto, oritana, in servizio alla Neurologia dell’ospedale Antonio Perirno di Brindisi e all’ex San Raffaele di Ceglie Messapica. L’iniziativa – promossa da “Uniamoci” – gode del patrocinio della Città di Latiano e del sostegno del laboratorio di analisi Biomedicals, dell’associazione Malti di fibromialgia e della stessa struttura ricettiva (ormai emergente) che ospita il convivio.

Ma cos’è la fibromialgia? In realtà è tutta una serie di cose o, meglio, di sintomi. Tant’è che da tempo se ne richiede da più parti l’inserimento nei livelli essenziali di assistenza, come tale curabile gratuitamente o pagando il ticket sanitario. In Italia, a differenza che in altri Paesi, questa malattia non è ancora riconosciuta. Ma cosa comporta questa malattia?

Dolore cronico diffuso in ogni parte del corpo che non fa neppure dormire, ma anche ansia, depressione, cefalea. Una serie di sintomi, appunto, che inducono a definire la fibriomialgia come una malattia “invisibile” ma che in realtà c’è, si sente e si vede. Si stima che essa riguardi circa due milioni di italiani, principalmente di sesso femminile, anche giovani.

Può palesarsi anche con un semplice mal di testa frequente, ma anche con stanchezza cronica, disturbi cognitivi oltre che del sonno, difficoltà di concentrazione e disturbi della sfera affettiva accompagnati da ansia e depressione.

La dottoressa Vincenza Pinto

Insomma, una serie di questioni da non sottovalutare e che richiedono percorsi di cura caso per caso anche interdisciplinari che però, senza il riconoscimento nel Livelli essenziali di assistenza (Lea), possono rivelarsi piuttosto costosi. Di qui le iniziative affinché questa vera e propria patologia non sia affatto sottovalutata.

«Noi tecnici la conosciamo e affrontiamo da tempo – sottolinea la dottoressa Pinto, medico chirurgo specialista in neurologia e psicoterapia – ma serve un supporto delle istituzioni per continuare a occuparcene al meglio senza sottovalutazioni da parte dei pazienti e delle stesse autorità sanitarie: la fibromialgia esiste e va combattuta col sostegno di Stato e Regioni».

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