Festa San Cosimo (e santi medici): una festa partecipata, ma si potrà fare e si farà di meglio

Sì, dai: è stata una bella festa.
Non vi erano molti dubbi, in fondo.
Quelli conclusisi ieri in onore di San Cosimo e dei suoi fratelli santi medici sono stati festeggiamenti degni. La gente tiene a questa ricorrenza e, per forza di cose, si riversa in strada nel momento in cui si creano delle attrazioni.
La liturgia è stata rispettata, ma a questo proposito nessun appunto era stato mosso da alcuno.
Alla fine, un po’ a sorpresa, sono anche stati esplosi i fuochi d’artificio. Non un vero e proprio spettacolo pirotecnico, ma un pur gradevole inframezzo durante il concerto della cover band ufficiale dei Pooh (bravi).


La cassarmonica no, quella non c’è stata. Si pensa un po’ superata eppure è così suggestiva, che magari alla prossima occasione ci sarà. Chissà.
Di sicuro, si è fatto il possibile ed è giusto ora abbassare i toni e apprezzare quella spinta popolare partecipativa che funziona a prescindere da tutto. Perché se Oria in qualche modo vince, vincono tutti gli oritani e non solo qualcuno.
Un comitato non ufficiale che si è dato da fare raschiando il fondo del barile e dando sfogo a ogni propria energia pur di non sfigurare. E no, non ha sfigurato.


Non si è trattato di una festa sfarzosa come anni fa, ma sicuramente di una festa dignitosa.
D’altro canto, quando le giornate consentono e in giro ci sono processione, luminarie, bancarelle e un qualche spettacolo, le persone sono incentivate a fare un giro fuori porta.
Si spera ora che si possa soltanto migliorare per il prosieguo, magari con un Comitato feste patronali stabilmente e ufficialmente costituito – come lo è stato per tanti anni – e sempre più supportato da popolazione ed esercenti.


La festa patronale oritana e diocesana in onore di San Barsanofio non è poi così lontana e probabilmente riserverà sorprese ancor più gradevoli rispetto a quella appena alle spalle. Lo spirito e i primi passi sono stati giusti. Non resta che religiosamente pregare e civilmente sperare. Con fede e con fiducia, appunto.

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