Vincenzo Corrado anche noto come “Il cuoco galante” (dal titolo di un suo capolavoro letterario, ristampato sei volte in tutto il mondo) è uno dei personaggi più illustri del pur glorioso passato di Oria: uomo di grande cultura fu anche letterato, appunto, e filosofo. Oltre che, ovviamente, eccellente gastronomo. Mica un semplice chef, per usare un termine in voga oggigiorno.
Corrado, nato a Oria il 18 gennaio 1736 (morto a Napoli l’11 novembre 1836), è considerato l’inventore della dieta o – per la precisione del tempo – della cucina mediterranea. Di lui si sono interessati diversi comuni del Salento, Lecce compresa. E proprio in quest’ottica, l’amministrazione del sindaco Cosimo Ferretti con l’assessorato a cultura e turismo guidato da Imma Torchiani (in collaborazione con Slow Food San Pietro Vernotico, Ais Puglia, Accademia del Peperoncino, Società di storia patria per la Puglia – Oria, Associazione 72024) hanno dedicato a lui “L’oritano Vincenzo Corrado ‘Il cuoco galante’ nel secondo centenario della morte”: non soltanto una serie di pregevoli relazioni scientifiche a Palazzo Martini sulla figura e sulle opere di Corrado, ma anche una Serata Corradiana (riservata) a Parco Montalbano a cura di alcuni tra i ristoratori e pasticcieri locali.
Corrado era una personalità dalle mille sfaccettature che amava cucinare e deliziare gli ospiti alla corte di don Michele Imperiali, principe di Francavilla, a palazzo Cellamare di Napoli, dove coordinava maggiordomi, domestici ma anche paggi. I suoi pranzi e le sue cene erano di per se stessi un’attrazione in termini di gusto e di coreografia (sontuosa e raffinata).
Era talmente bravo e colto, Corrado, che decise di mettere per iscritto la sua arte culinaria: oltre al Cuoco Galante, scrisse “Il Cibo Pitagorico”, il “Credenziere di buon gusto” ma anche trattati su caffè, cioccolato, patate e persino animali domestici. Suo pallino era il cucinar bene con cibi genuini, sani e belli, capaci persino di garantire longevità (difatti, egli morì a cent’anni): timo, origano, aneto selvatico, ortaggi antichi e nuovi (come pomodori e patate).
Di tutto ciò e oltre si parlerà a partire dalle 17 di oggi (venerdì 6 giugno) con le esposizioni di Davide Balestra, Fabio D’Astore, Anna Maria Andriani, Eugenio Imbriani, Ermanno Inguscio, Luigi Neglia, Antonio Marchetti, tutti coordinati da Mario Spedicato.

Dopo, ecco la cena d’immagine (solo su invito, riservato a istituzioni e operatori dell’informazione) nel “Chiostro delle Stagioni” di Parco Montalbano, a suo tempo frequentato proprio da Corrado prima di partire alla volta di Napoli.
Le ricette proposte sono alcune tradizionali della cucina oritana che trovano riscontro nei testi di Vincenzo Corrado, tradendo la diretta dipendenza da quelle. La bravura degli chef ricostruirà i sapori di una volta, anche se liberati da alcune caratteristiche secolari, lontane dal gusto contemporaneo. Sotto un cielo stellato, pervaso dalle note di Salieri e Vivaldi, ai piedi del monumentale castello svevo, nel panoramico chiostro del parco, gli ospiti della serata potranno gustare: pomodori all’italiana, gateau di patate, sartù di erbe selvatiche, fave secche alla bianca, petronciane all’italiana, orecchiette alla sabbia, sorbetto al primitivo, bocche da dama, pizza dolce alla ricotta e – dulcis in fundo – scarpetta con vino aromatizzato.