Delitto di contrada Cicoria, colpo di scena: torna libero il 72enne Angelo Argentina. Suo figlio Angelo, 44 anni, non morì a causa delle coltellate ma per via di una crisi cardio-respiratoria dovuta – pare – a uno stato di salute di per sé precario. È quanto emerso dall’autopsia eseguita dal medico legale Domenico Urso, nominato dal pubblico ministero Alfredo Manca (cui parteciparono anche i consulenti di parte Donato Sardano, per il 72enne, e Giovanni Taurisano, in rappresentanza dei figli di Argentina, assistiti dall’avvocato Michele Fino, oltre alla genetista Giacoma Mongelli).
L’unico indagato, dopo essere stato arrestato ed essere transitato dal carcere di Brindisi, era sottoposto ai domiciliari. Ora è libero, come disposto dal gip del tribunale di Brindisi Vittorio Testi. Il capo d’imputazione è passato da omicidio personale a lesioni personali. Angelo Argentina è difeso dall’avvocato Massimo Romata.
Il litigio tra padre e figlio avvenne, appunto, nella villetta di famiglia in contrada Cicoria intorno alle 13 del 12 marzo scorso. Il 44enne ebbe la peggio e fu trasportato in ospedale a Brindisi, dove morì il giorno dopo nel reparto di Rianimazione. Il coltello non è stato ancora trovato dai carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana, che ancora indagano sul caso.