Carabiniere ucciso: indagati (omicidio colposo) i poliziotti che hanno sparato al suo assassino, convalidato il fermo del presunto complice

Sono sotto indagine i due poliziotti in forza al commissariato di Grottaglie che giovedì scorso hanno scovato e probabilmente ucciso durante un conflitto a fuoco il 59enne di Carosino Michele Mastropietro, il presunto omicida del brigadiere capo dei carabinieri Carlo Legrottaglie (ieri, per lui, l’ultimo saluto nella sua Ostuni). I due agenti dei “falchi” giunti in moto nei pressi di una masseria in agro di Grottaglie, dove si erano asserragliati Mastropietro e il suo presunto complice Camillo Giannattasio, 57enne sempre di Carosino, sono indagati per omicidio colposo: un atto dovuto, quello della procura di Taranto (sostituto Francesco Ciardo) per consentire una migliore difesa nel procedimento anche in vista dell’autopsia che nella prossima settimana sarà eseguita sul corpo di Mastropietro.


I due agenti sono difesi dagli avvocati Giorgio Carta del foro di Roma e Antonio Maria La Scala del foro di Bari, mentre Giannattasio – fermato per ricettazione di armi e munizioni – è difeso dall’avvocato Luigi Danucci del foro di Taranto: nel corso dell’interrogatorio di convalida dinanzi al gip del tribunale di Taranto Francesco Maccagnano si è avvalso della facoltà di non rispondere e ha chiesto la prova dello “stub” (guanto di paraffina) per dimostrare eventualmente la propria estraneità alle sparatorie. La prima, in contrada Rosea a Francavilla Fontana costata la vita a Legrottaglie e forse il ferimento a Mastropietro; la seconda in contrada Le Monache nell’agro grottagliese, che sarebbe costata la vita proprio a Mastropietro. La difesa di Giannattasio, titolare di una ferramenta a Carosino, sostiene l’estraneità dello stesso ai conflitti a fuoco.

Secondo le prime ricostruzioni, i fuggiaschi da Francavilla Fontana – Mastropietro e Giannattasio – non sarebbero mai entrati nella masseria nei pressi della quale hanno cercato di nascondersi. I titolari non li avrebbero mai visti: uno sarebbe stato fuori per svolgere delle commissioni, mentre l’altro impegnato nell’ospitalità della struttura. Intanto, proprio nei pressi dell’edificio, si cercano ancora i bossoli: sembra circa 20 colpi tra quelli dei poliziotti e quelli dei sospettati (o, perlomeno, di uno di loro). Per ciò che concerne l’omicidio di Legrottaglie, invece, la competenza sarebbe della procura di Brindisi: il pm Ciardo ha chiesto il trasferimento degli atti al suo omologo brindisino Raffaele Casto.

L’inizio della storia è da collocare intorno alle 7 del mattino a Francavilla Fontana, dove in contrada Tiberio i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della locale compagnia erano impegnati in un posto di controllo (non è chiaro se ordinario o mirato, cioè inserito in una specifica attività di polizia giudiziaria). D’un tratto transita dinanzi alla “gazzella” dell’Arma una Lancia Y di colore grigio con due persone a bordo, il cui conducente decide di non fermarsi nonostante l’alt impostogli dal carabiniere munito di paletta d’ordinanza. I componenti la pattuglia del Norm – il brigadiere capo Legrottaglie e il brigadiere Costanzo Garibaldi, di San Marzano di San Giuseppe – rimontano rapidamente in auto e si lanciano all’inseguimento dei fuggitivi.

L’inseguimento dura pochissimi minuti, fin quando quella Lancia Y – risultata rubata a Locorotondo (Bari) il 15 maggio scorso – si schianta contro un palo dell’elettricità in contrada Rosea, non lontano dalla bretella di collegamento al centro di carico intermodale (strada vecchia per Grottaglie e di raccordo con la provinciale Francavilla Fontana – Carosino). Dopo lo schianto dell’utilitaria, i due militari sarebbero scesi dal mezzo di servizio soprattutto per sincerarsi delle condizioni degli occupanti la Lancia. In particolare, Legrottaglie si sarebbe diretto verso il lato passeggero dove sarebbe stato seduto Mastropietro. Questi, lungi dall’arrendersi, avrebbe fatto fuoco e finanche colpito il brigadiere capo all’addome, con interessamento dell’arteria femorale.

Legrottaglie e forse anche il suo collega avrebbero risposto al fuoco, non si sa se ferendo Mastropietro che intanto si è dato alla fuga a piedi dopo essersi diviso dal presunto complice Giannattasio. Il brigadiere Garibaldi avrebbe desistito dall’inseguimento a piedi dei due per prestare soccorso a Legrottaglie, che purtroppo non ce l’ha fatta.

Un paio d’ore più tardi, Mastropietro e Giannattasio sono stati rintracciati a Grottaglie dai due poliziotti in moto, ora indagati per omicidio colposo. Vi è stato un altro conflitto a fuoco a margine del quale ha perso la vita Mastropietro. Ora vi è da capire, tra le altre cose, se questi fosse stato ferito a morte già nel corso della sparatoria precedente o se gli sia stata fatale la seconda.

Da capire anche il ruolo di Giannattasio, che comunque pare fosse in quella macchina rubata con Mastropietro (già noto alle forze dell’ordine e reduce da una condanna a nove anni e due mesi di carcere, finiti di scontare nel 2022). Questioni tecnico-giuridiche che non riporteranno in vita il brigadiere capo Legrottaglie, ma non per questo di poca importanza.

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