Diverbio in Consiglio comunale, Bruno spiega l’accaduto: «Non rispecchia la mia storia, ma non accetto ricatti, risate e urla nelle sedi istituzionali»

Come noto, un episodio di tensione si è verificato ieri durante il Consiglio comunale di Francavilla Fontana. L’accaduto ha visto un rappresentante di un’associazione impegnata nella contestazione della “tassa Arneo” (Pino Brancasi, presidente del comitato La voce al cittadino) e il consigliere regionale Bruno al centro di un alterco verbale.

Secondo quanto dichiarato dallo stesso consigliere regionale Bruno, l’episodio rientra in quella che ha definito “l’ennesima provocazione del solito rappresentante di associazione che nasconde la propria frustrazione dietro al rancore, alla rabbia e al livore contro le Istituzioni”. Il consigliere ha fatto riferimento a precedenti comportamenti analoghi da parte del medesimo individuo, avvenuti anche durante una seduta del Consiglio Regionale nelle scorse settimane.

Il consigliere Bruno ha espresso rammarico per l’atteggiamento di alcuni consiglieri comunali, i quali avrebbero preferito adottare “un atteggiamento accondiscendente e strumentale per attaccarmi sul piano personale”.

Riconoscendo di essersi lasciato andare a commenti “duri” a causa dello “sconforto e dell’esasperazione dovuta principalmente alla mancanza di rispetto per un luogo che ritengo inviolabile da bugie e falsità”, il consigliere Bruno ha ritirato le sue affermazioni, sottolineando che non rispecchiano la sua storia.

Nonostante il dispiacere per l’accaduto, il consigliere Bruno ha manifestato la sua determinazione a non permettere che il dibattito pubblico “scada a causa di speculazioni e menzogne”. Ha ribadito la sua convinzione che ogni argomento e ogni criticità debbano essere affrontati “con serenità e disinteresse al fine di individuare la migliore soluzione possibile che tenga conto dell’interesse generale”.

Infine, il consigliere ha posto un limite chiaro, affermando che “nessuno può pretendere, almeno con me, di avere ragione e ascolto con tentativi di ricatti risate e urla.” L’episodio solleva interrogativi sulle modalità del dibattito pubblico e sul rispetto reciproco all’interno delle sedi istituzionali.

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