Un importante sviluppo nelle indagini sull’omicidio del brigadiere capo dei carabinieri Carlo Legrottaglie, 59enne di Ostuni in servizio presso il Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Francavilla Fontana e prossimo al congedo, si è registrato stamane (venerdì 20 giugno 2025.
È stata notificata ed eseguita nei confronti di Camillo Giannattasio, 57enne nato a San Giorgio Jonico e residente a Carosino, l’ordinanza con la quale il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Brindisi ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere. Giannattasio è ritenuto, allo stato attuale delle indagini, gravemente indiziato di concorso nell’omicidio del militare, insieme al defunto Michele Mastropietro (59enne di Carosino).

Il giudice, condividendo gli addebiti provvisori contestati dalla Procura, ha disposto la misura cautelare in relazione ai reati di resistenza a pubblici ufficiali e omicidio, entrambi commessi in concorso. A Giannattasio è attribuita una condotta che, secondo gli inquirenti, dimostrerebbe la sua piena condivisione nell’utilizzo, da parte di Mastropietro, della pistola (una Beretta calibro 9×21) con la quale il brigadiere capo Legrottaglie è stato colpito mortalmente.
Le indagini hanno inoltre portato al rinvenimento di una seconda pistola semiautomatica e di un cospicuo numero di proiettili all’interno dell’automobile utilizzata dai due indagati. Per tale ragione, Giannattasio è stato raggiunto dal provvedimento cautelare anche in quanto ritenuto gravemente indiziato della ricettazione, detenzione e porto illecito in luogo pubblico di due armi comuni da sparo clandestine, entrambe prive del numero di matricola.
La posizione di Giannattasio era già stata sottoposta al vaglio del giudice per le indagini preliminari a Brindisi anche per quanto concerne una vera e propria “armeria illegale” trovata nella sua probabile disponibilità, distribuita fra i comuni di Carosino e San Giorgio Jonico. Per la detenzione illecita di queste armi, il gip presso il Tribunale di Taranto aveva già disposto l’applicazione della custodia cautelare in carcere. Tuttavia, il gip tarantino si era poi dichiarato incompetente in favore dell’Autorità giudiziaria brindisina, avendo ritenuto che Giannattasio ed il suo complice avessero opposto resistenza ai pubblici ufficiali a Francavilla Fontana (fino all’omicidio del brigadiere capo Legrottaglie) con lo scopo di nascondere il possesso illecito di quella grande quantità di armi e munizioni, nascoste insieme ad altri strumenti utili per consumare delitti contro il patrimonio. Di conseguenza, entro i termini previsti dalla trasmissione degli atti da Taranto, il gip di Brindisi ha contestualmente confermato la misura cautelare già disposta dall’Autorità giudiziaria tarantina, come richiesto dalla procura brindisina.
Le indagini proseguono per chiarire ulteriormente il quadro delle responsabilità. L’esito delle comparazioni balistiche tra l’arma posseduta da Mastropietro – ritenuta quella da cui è partito il proiettile rivelatosi mortale per il brigadiere capo Legrottaglie – e l’ogiva estratta dal corpo del militare, assieme ad ulteriori accertamenti investigativi e all’interrogatorio dell’indagato, saranno elementi cruciali. Si specifica che la procura della Repubblica di Taranto procede con le indagini riguardanti il conflitto a fuoco svoltosi a Grottaglie e all’esito del quale è stato arrestato Giannattasio.
Le attività investigative sono compiute in piena sinergia dai carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Brindisi e della compagnia di Francavilla Fontana, nonché, per quanto avvenuto nel circondario di Taranto, dai poliziotti del commissariato di Grottaglie e della Squadra mobile della questura di Taranto. Tutte le operazioni si svolgono sotto la direzione e il pieno coordinamento delle procure della Repubblica di Brindisi e di Taranto.