Omicidio Stasi, domani sentenza in Corte d’assise: Candita rischia grosso, si decide anche sul giro di droga

Domani, martedì 24 giugno 2025, è attesa un’importante – ma non definitiva – sentenza della Corte d’Assise di Brindisi in merito all’omicidio del 19enne Paolo Stasi. Per il principale imputato, il 23enne Cristian Candita, il sostituto procuratore Giuseppe De Nozza ha chiesto l’ergastolo.

Paolo Stasi

Questi fu ucciso dopo le 17.30 del 9 novembre 2022 proprio sotto casa sua in via Occhibianchi a Francavilla Fontana, freddato da un paio di colpi di pistola (uno dei quali fatale) sparati dal 20enne reo confesso Luigi Borracino.

Lo scorso 24 aprile, a seguito di concordato in appello, Borraccino è stato condannato a 16 anni per omicidio premeditato e aggravato da futili motivi oltre che per traffico di stupefacenti. Il Tribunale per i Minorenni – giacché Borracino non aveva ancora compiuto 18 anni il giorno del delitto – l’aveva condannato a 20 anni (16 per l’omicidio e quattro per reati in materia di droga).

L’avvocato Maurizio Campanino

Con lui quel giorno c’era anche Candita, che l’accompagnò sotto casa di Stasi al volante della sua Fiat Grande Punto. Per sua stessa ammissione, fu Borracino a sparare ma entrambi erano presenti sulla scena del crimine. Inoltre, nel corso delle indagini, i carabinieri del nucleo investigativo di Brindisi e della stessa compagnia di Francavilla Fontana scoprirono, nel corso delle indagini, un presunto giro di droga che transitava anche da casa Stasi.

La madre stessa della vittima, Nunzia D’Errico, 55 anni, è finita a processo con altre persone solo per reati in materia di stupefacenti. Per lei, il pubblico ministero ha chiesto l’assoluzione (i due principali imputati, infatti, hanno rifiutato il contro-interrogatorio).

Sia Borracino che Candita sono difesi dall’avvocato Maurizio Campanino del foro di Taranto, mentre D’Errico dall’avvocato Francesco Monopoli del foro di Brindisi in quanto imputata. La famiglia Stasi – papà Giuseppe, mamma Nunzia e sorella Vanessa – è costituita parte civile con l’avvocato Domenico Attanasi del foro di Brindisi.

Al netto delle possibili impugnazioni in appello, domani dovrebbe chiudersi questa importante pagina per quanto concerne il primo grado di giudizio che, per Candita e gli altri imputati per droga (Borracino, ormai maggiorenne, compreso) è stato celebrato con rito ordinario dinanzi alla Corte d’Assise (presidente Maurizio Saso, a latere Adriano Zullo).

Gli avvocati Francesco Monopoli e Domenico Attanasi

Tra gli altri imputati, anche le allora compagne di Borracino e Candita, ritenute in fase d’indagine consapevoli e partecipi di quel sottobosco criminale emerso a seguito dell’efferato omicidio del 19enne Paolo Stasi.

Quest’ultimo sarebbe ipoteticamente stato a sua volta ingranaggio di un congegno criminale scoperto solo a seguito della sua tragica morte. Sebbene sia emerso anche a processo come da tempo avesse intenzione non solo di uscirne, ma di denunciarlo alle forze dell’ordine. Peraltro, alla base del suo omicidio vi sarebbe stato un debito di droga – contratto con Borracino da lui e dalla madre – pari a circa 5mila euro.

La palla passa ora, comunque, alla Corte.

Resta aggiornato

Iscriviti alle nostre newsletter

WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com