Dopo che il presidente del Consiglio comunale di Francavilla Fontana, Maurizio Bruno, ha minacciato di uscire dalla maggioranza se il Centro occupazionale non sarà trasferito nei locali della scuola dell’infanzia “Gianni Rodari” di via Settembrini, sul caso si è espresso nei termini di seguito il Consiglio d’istituto del Primo comprensivo:
Caro Presidente,
le sue parole richiamano temi profondi e valori che tutti noi, in modi diversi, condividiamo: l’attenzione verso le persone più fragili, il rispetto dei diritti e l’impegno nel dare risposte concrete a chi ha bisogno.
Proprio per questo, con altrettanto rispetto, sentiamo il dovere di sottolineare che in questa vicenda si stanno mettendo, forse inconsapevolmente, in contrapposizione due diritti fondamentali: da un lato quello delle persone con disabilità, dall’altro quello dei minori, tra i quali ci sono anch’essi bambini con fragilità. Entrambi meritano tutela, ascolto e soluzioni dignitose, senza che uno venga sacrificato in nome dell’altro.
Lo diciamo senza spirito polemico, ma con preoccupazione. Perché su questo tema c’era già stato un incontro importante tra l’Amministrazione, il Consiglio d’Istituto del Primo Comprensivo e una delegazione di genitori. Un confronto sereno, da cui si era usciti con l’impegno – almeno così ci era sembrato – di fermarsi un attimo a riflettere sull’opportunità della scelta prospettata e sulla valutazione di possibili alternative.
Oggi, però, apprendiamo che di quell’incontro non c’è traccia né menzione. Come se non fosse mai avvenuto. Come se la voce di una parte dei cittadini – in gran parte genitori, educatori, famiglie – non meritasse ascolto.
Ribadiamo con forza che nessuno è contrario al potenziamento del Centro Occupazionale, anzi. È un presidio prezioso che va sostenuto e valorizzato. Ma riteniamo che questo non debba avvenire a scapito di un altro spazio educativo che rappresenta per molti bambini un punto di riferimento fondamentale.
Non chiediamo scontri né forzature. Chiediamo solo che si torni a ragionare insieme, nell’ottica di un vero equilibrio tra i bisogni e i diritti di tutti. Perché, come lei giustamente ha ricordato, se non governiamo per i più fragili, allora davvero per chi lo facciamo?
Ma i più fragili sono tanti. E non sempre hanno la voce per farsi sentire.
Il nostro augurio è che si scelga fino in fondo la via del dialogo e del confronto, perché solo in questo modo si possono costruire soluzioni inclusive e condivise. In caso contrario, ci vedremo costretti a porre in essere tutte le azioni a tutela dei diritti dei bambini – e anche degli stessi disabili – senza alcuna strumentalizzazione, ma con la consapevolezza che ogni voce silenziata è una democrazia che perde un pezzo.